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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

Yara, la verità di Bossetti: "Uccisa per vendetta contro suo padre"

Gli avvocati del presunto killer di Yara Gambirasio hanno presentato la richiesta affinché i tre bambini di Massimo Giuseppe Bossetti possano varcare il cancello del carcere di Bergamo per abbracciare il loro papà. E intanto emergono stralci dell'interrogatorio: "Yara uccisa per vendetta contro suo padre"

ROMA - Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto killer di Yara Gambirasio, ha chiesto di vedere i suoi figli. E gli avvocati hanno presentato la richiesta affinché i suoi tre bambini possano varcare il cancello del carcere di Bergamo per abbracciare il loro papà. Dal pm dovrebbe arrivare l'ok, dopo il nullaosta all'incontro tra il presunto assassino di Yara, la moglie Marita e il fratello Fabio. 

Oggi, intanto, il quotidiano La Repubblica pubblica i verbali dell'interrogatorio del muratore di Mapello. Il 19 giugno scorso, dal carcere di Bergamo Bossetti parla per la prima volta dopo il fermo con il gip Vincenza Marcora. Nelle 67 pagine del verbale, l'uomo ricostruisce in maniera dettagliata la giornata del 26 novembre 20110 e si proclama totalmente estraneo ai fatti.

LA VERITA' DEL PRESUNTO KILLER - "In cantiere dicevano tutti che Yara era stata uccisa per una vendetta contro il padre, Fulvio Gambirasio. Il dna mi incastra? Ma io giuro sui miei tre figli che Yara non l'ho mai né conosciuta, né vista, né incontrata", si legge nella ricostruzione di Repubblica. "Quel giorno sono tornato a casa dopo il lavoro, ho fatto la doccia, ho cenato con moglie e figli, ho guardato un po' i quaderni dei miei bambini, giocato con loro che vanno sempre a letto alle 21. Poi sono stato sul divano a guardare la televisione". Davanti all'obiezione del giudice che a distanza di quasi quattro anni è difficile ricordare tanti particolari, il manovale si è difeso così: "Sono un uomo metodico, un abitudinario. Faccio sempre le stesse cose: lavoro, doccia, cena, divano".

IL MISTERO DEL DNA - E poi arriva la domanda su quella che è considerata la prova regina di tutto l'impianto accusatorio, quella sul dna trovato sugli indumenti di Yara, quesito a cui Bossetti replica così: "E' impossibile che sia stato trovato. Ma se venisse dimostrato senza nessun dubbio che il dna è mio, bisognerà capire perché è stato trovato lì. Io non lo so". "Fatemi pure tutte le domande che volete. Non ho niente da nascondere", dice subito e poi continua: "Io mi proclamo ancora innocente. Non ho mai fatto male a nessuno. Ho 43 annni, ho la testa sulle spalle, un bel lavoro, una bella moglie e tre figli che mi aspettano a casa tutti i giorni. Mai avrei potuto fare una cosa così. Glielo posso giurare sui miei figli: non ho fatto niente". 

Omicidio e misteri: il giallo di Yara Gambirasio

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