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Giovedì, 25 Aprile 2024
Dramma sfiorato / Firenze

Il caso degli scout in calzoncini nella bufera di neve: "Hanno rischiato grosso"

Sono stati sorpresi dal maltempo sul Corno alle Scale. I soccorritori non credevano ai loro occhi: "Altre due ore con quel freddo e sarebbe potuta finire male"

Hanno rischiato grosso, e la loro disavventura oggi finisce anche sui giornali nazionali. Un gruppo di ragazzi fiorentini scout è stato sorpreso dalla bufera di neve sul Corno alle Scale. Il provvidenziale intervento del Soccorso Alpino li ha salvati. Il gruppo, una quindicina scarsa di scout di Scandicci (Firenze), con la classica divisa con pantaloncini corti e giacchetta leggera, senza attrezzature né conoscenze del luogo minimamente adeguate, si è ritrovato nel bel mezzo duna bufera di neve, con venti gelidi, sul crinale spartiacque che divide la Toscana dall’Emilia Romagna.

Erano partiti dal Rifugio Montanaro diretti al Rifugio Duca degli Abruzzi, sebbene il meteo fosse in peggioramento. Arrivati al Passo dello Strofinatoio, la bufera di neve. Costretti a fermarsi per scarsa visibilità, freddo e il timore di finire su dei salti di roccia, hanno chiesto aiuto al 112. Due squadre del Soccorso Alpino e Speleologico delle stazioni Corno alle Scale, con una unità cinofila e la stazione Monte Cimone, hanno iniziato ad avvicinarsi alla zona. Nel frattempo il 118 ha inviato due ambulanze, l’automedica e un pulmino presso l’ambulatorio delle Polle.

Il gruppo è stato quindi raggiunto dal personale e riaccompagnato presso la sede del CNSAS. Tre di loro, tre donne due di 18 anni e una di 17 anni, sono state portate all’ospedale di Porretta per ipotermia. Le loro condizioni non destano preoccupaizone alcuna. Gli altri ragazzi sono stati caricati dal pulmino delle Croce Rossa e dai mezzi del Soccorso Alpino e portati presso la sede della CRI di Lizzano in attesa dei loro genitori. 

"Hanno rischiato molto, non credo se ne siano resi conto - dice a Repubblica Mauro Ballerini, tra i primi soccorritori ad arrivare sul posto, domenica intorno alle 13,30 - La situazione era critica, scarsa visibilità, vento a cento chilometri l’ora, neve e grandine. Condizioni impraticabili per gli esperti, figuriamoci per degli scout. Probabilmente si sono informati su fonti sbagliate, perché i bollettini erano chiari e parlavano di meteo in peggioramento. C’è stata forte superficialità, altre due ore con quel freddo e sarebbe potuta finire male. Quando li abbiamo visti con quei pantaloncini, con quelle giacche leggere, stentavamo a crederci -  continua - abbiamo subito recuperato coperte e piumini e bevande calde, erano quasi congelati".

La superficialità in montagna non è un'ipotesi contemplata. Dal gruppo hanno fatto sapere che c'è stata anche un po' di quella che definiscono "sfortuna". Dal rifugio gli avevano infatti mandato un messaggio con l’allerta meteo, ma non c’era segnale e quando il segnale è tornato, e il messaggio arrivato, erano ormai in mezzo alla bufera.

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