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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Io, bracciante a tre euro l'ora: per i miei figli spero in un futuro migliore"

Amadou non vuole che i suoi tre figli vengano in Italia per finire a dormire in un container. Non vuole che debbano affrontare la traversata su un barcone

Amadou è un bracciante. ha tanti sogni. "Troppi da raccontare in una sola volta" ammette, ma è uno solo quello che lo fa tirare avanti. "Vorrei che i miei tre figli - 14, 10 e 2 anni - potessero studiare per avere un futuro migliore nel mio Paese, la Guinea Bissau" racconta all'Adnkronos. Non vuole che vengano in Italia per finire magari come lui a dormire in un container nell'ex ghetto di Rignano, oggi Torretta Antonacci, nel comune di San Severo. Non vuole che i suoi tre figli debbano affrontare la traversata su un barcone, "non me lo dimenticherò mai quel 13 luglio del 2015", per finire a raccogliere pomodori "ma anche rape, cipolle, peperoni e olive" a 3 euro l'ora. Ci si sveglia presto tutte le mattine per andare nei campi. "Alle 4 o alle 5 a seconda di quello che ci chiede il padrone, che è anche il mio capo, e si torna al tramonto o anche più tardi".

Le stesse strade che ogni giorno facevano i sedici braccianti, morti in due diversi incidenti, mentre cercavano di andare a guadagnarsi la giornata. Stavano tornando dai campi i dodici extracomunitari, morti lunedì scorso in uno scontro del loro furgoncino con un tir lungo la statale 16 all'altezza dello svincolo per Ripalta di Lesina. Pochi giorni prima, il sabato, un incidente simile sulla statale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri nel foggiano. Quattro le vittime tra cui un altro Amadou, un suo connazionale, di 20 anni. "E' un nome molto usato da noi. Mi ha fatto impressione, certo. E' come se fossi morto un po' con loro. Quando l'ho sentito, degli incidenti, per un attimo è stato come se fosse successo, a me, a un fratello, un amico. E' stato come se mi si fosse fermato il cuore". Amadou saluta e se ne va, abbassando il cappellino rosso.

Identificate tutte le vittime dell'incidente di lunedì

Sono state tutte identificate le dodici vittime, extracomunitarie, dell'incidente stradale gravissimo accaduto lunedì pomeriggio in territorio di Lesina, in provincia di Foggia, allo svincolo di Ripalta della statale 16. Si sono scontrati un tir e un furgone che trasportava braccianti migranti africani impegnati nella raccolta del pomodoro. Si sospetta che fossero reclutati e impiegati in modo illecito. I nomi sono stati comunicati alle autorità consolari interessate.

L'identificazione è avvenuta grazie alla comparazione tra le impronte digitali prelevate dai cadaveri ed i dati contenuti nella Banca Dati Afis centralizzata per tutte le forze di polizia. Si tratta di Lhassan Goultaine, 39 anni, del Marocco; Anane Kwase o Kwasi, noto anche come Yaopokli Iyamatasina, 34 anni, del Ghana; Moussa Toure, 21 anni, del Mali; Lahcen Haddouch, detto anche Lhassen Hadduce o Hassen Hadoui, 41 anni, del Marocco; Joseph Isaac Ismel Awuku, detto anche Issaac Ismell Awuku, 24 anni, del Ghana; Ebere Ujunwa, detto anche Ebere Ujunwu, o Ebeve Ajunwa, 21 anni, della Nigeria; Bafoudi Cammara, detto anche Bafouli Cammara, 22 anni, della Guinea; Alagie Ceesay, 24 anni, del Gambia; Alasanna Darboe, 28 anni, del Gambia; Eric Kwarteng, 32 anni, del Ghana; Romanus Mbeke, 28 anni, della Nigeria; Dioumana Djire, 36 anni, del Mali. Le salme si trovano negli ospedali Riuniti di Foggia, nei nosocomi di San Giovanni Rotondo, Cerignola, Termoli, Manfredonia e nei cimiteri di Vieste e Lucera.

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