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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Fake news

La bufala "nazionale" dei positivi chiamati in cassa al supermercato

Cambia la location (Puglia, Brianza, Toscana, Nord Sardegna), cambia di poco il numero di persone, ma la storia è sempre la stessa. La fake news sta facendo con tutta la calma del mondo il giro d'Italia, passando anche attraverso quotidiani nazionali. Questa fa leva sulla paura dell’untore in un luogo chiuso dove tutti andiamo regolarmente

Un medico di base va a fare la spesa al supermercato e tra le corsie vede un suo paziente che ha assistito negli ultimi giorni perché positivo al Covid. Preoccupato, si rivolge al direttore dell’esercizio commerciale che prontamente, tramite comunicazione con gli altoparlanti, chiede al paziente positivo di presentarsi in cassa o al punto accoglienza. Ebbene, poco dopo si presentano in sei. Una storia incredibile - e con ogni probabilità falsa - che sta circolando in questi mesi su siti web, quotidiani, messaggi WhatsApp. Sempre uguale o quasi, cambia solo la location: Puglia, Brianza, Toscana, Nord Sardegna e tante altre.

La bufala del medico che va al supermercato e vede un suo paziente positivo

La fake news sta facendo con tutta la calma del mondo il giro d’Italia. A Bari la voce venne smentita tempestivamente e pubblicamente dal direttore del supermercato incriminato, che nel frattempo era stato tempestato di chiamate e richieste di chiarimenti da clienti e media.

Un grande quotidiano nazionale l'ha ritirata fuori - ipotizzando una scarsa responsabilità della cittadinanza - domenica scorsa, due giorni fa, a proposito della Sardegna unica regione in zona rossa. "A Sassari un medico ha visto in un supermarket un suo paziente positivo e lo ha fatto chiamare: 'Il signore che è positivo si presenti al box informazioni..'. Si sono presentate sette persone". Falso.

Cambia la città, cambia di poco il numero di persone, ma la storia è sempre la stessa. I tweet sono centinaia nei mesi scorsi.

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I controlli dei Nas nei supermercati

Leggende metropolitane ai tempi del Covid: ormai ci abbiamo fatto l'abitudine. Una leggenda, questa nello specifico, che fa leva sulla paura dell’untore in un luogo chiuso dove tutti andiamo regolarmente. Siamo facili profeti: circolerà con maggiore forza nelle prossime settimane, dopo che i Carabinieri Nas hanno condotto una campagna di verifiche a livello nazionale presso i supermercati per accertare la corretta esecuzione delle operazioni di sanificazione anti-Covid: complessivamente sono stati ispezionati 981 esercizi tra quelli di maggiore afflusso, rilevando irregolarità presso 173 di essi, pari al 18%. Rilevata la positività alla presenza di materiale genetico del coronavirus in 18 casi riconducibili a carrelli e cestini, tastiere per il pagamento bancomat e POS, tasti delle bilance e dispositivi salvatempo per la lettura automatica dei prodotti.

"Da mesi dinanzi ai contagi che crescono denunciamo l'inefficacia di misure di contrasto della pandemia che hanno un unico leit motiv: la chiusura dei pubblici esercizi. Abbiamo appreso che da un'operazione condotta dai Nas in un migliaio di imprese mai sottoposte a misure restrittive in tutta Italia emerge che il Covid 19 circola abbondantemente in questi luoghi frequentati ogni giorno da milioni di persone. In poche parole, si è scoperta l'acqua calda" commenta Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici esercizi.

I supermercati sono tra gli esercizi commerciali che hanno resistito, sempre aperti, in questo lungo anno di Covid: indispensabili, e per questo molto frequentati: a loro l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha dedicato un breve focus con alcuni consigli utili per scongiurare i rischi di contagio da Covid-19. L'Iss raccomanda innanzitutto di: preparare una lista in modo da ottimizzare i tempi di permanenza nel negozio, e ricorda che prima di entrare occorre indossare sempre la mascherina e disinfettarsi le mani.

All'interno del locale poi - ricorda l'Iss - bisogna mantenere la distanza di almeno un metro dagli altri clienti e dal personale e seguire i percorsi indicati. E ancora: usare sempre i guanti per scegliere i prodotti sfusi come frutta, verdura, pane e non toccare mai i prodotti esposti ma solo quello che si acquisterà. Non ultimo: lavarsi le mani appena si torna a casa e dopo aver sistemato la spesa. L'Iss dedica spazio anche a una serie di raccomandazioni per il personale dei supermercati o dei negozi alimentari: attenersi in modo scrupoloso alle buone pratiche igieniche che devono comprendere anche la gestione delle pulizie, il controllo degli accessi nei supermercati, la distribuzione di prodotti igienizzanti per le mani.

I supermercati sono sicuri

E' sicuro che ci siano stati singoli casi di positivi in giro: ma storie come quella di Sassari non trovano conferme. Va ricordato poi come probabilmente è raro il caso di un contagio per aver toccato una superficie contaminata. Vari studi hanno evidenziato che, si tratti di plastica, vetro, legno, metallo o stoffa, è molto raro che il Covid si possa trasmettere attraverso il contatto di superfici infette.

"Il coronavirus è nell’aria: c’è troppa attenzione sulle superfici". Così titolava alcuni mesi fa la rivista Nature. Se è vero che all’inizio della pandemia si è data molta importanza alla possibile trasmissione del virus anche attraverso il contatto con vari tipi di superfici, ormai è chiaro che non è quella la via preferenziale di contagio. Il materiale genetico del coronavirus non basta in sé per essere contagioso. Perché ciò accada occorre che siano presenti particelle virali integre, vitali e in grado di riprodursi. Nei supermercati inoltre negli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) è eliminato totalmente il ricircolo dell’aria.

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