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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Se Renzi non ci assume, ci ammazza": i professori fuori dalla Buona Scuola

Sono circa 7mila persone, hanno vinto il concorso pubblico e adesso rimangono fuori dalle assunzioni e dalle graduatorie. Si facevano chiamare "invisibili", Renzi li ha chiamati "idonei". Ecco perché la riforma di Matteo va anche contro la Costituzione

Sabrina ha 36 anni, due figli, una laurea e due master. Ha lavorato all'estero per diverse aziende e nel 2012 ha deciso di partecipare al "concorsone" indetto dal ministro Francesco Profumo, per diventare professoressa nella scuola pubblica. Lei avrebbe volentieri insegnato economia e diritto, materie che conosce talmente bene che nelle prove del concorso ha preso ottimi voti: "Ero tra i primi trenta nelle mie classi di insegnamento. Avevo vinto e avevo superato tutti i test, sia scritto che orale". 

Ad aver superato quelle prove sono stati circa il 2% dei partecipanti. Il bando del concorso lo confermava: quelli che passavano le prove erano vincitori. Buoni insegnanti per una Buona Scuola. Invece non è andata così: dopo tre anni Sabrina una cattedra non ce l'ha. E da quello che ha detto Renzi, durante la conferenza stampa di presentazione della riforma della scuola, Sabrina quella professione la deve dimenticare

Prof e studenti in piazza: "Ministro non idoneo"

MERITOCRAZIA? - Sabrina è una dei 7mila insegnanti che Renzi ha chiamato "idonei", distinguendoli dai vincitori del concorso del 2012. Ma in realtà queste persone il concorso lo hanno vinto e fino all'anno scorso erano 12mila. Dove sono finiti i 5mila in più? Semplice, a scuola: 5mila di quelli che il premier chiama "idonei" sono infatti già professori. Sono stati assunti e dall'inizio dell'anno scolastico lavorano come insegnanti. Con il decreto ministeriale 356 del 2014 sono diventati docenti a tutti gli effetti e nei loro contratti si legge che quel concorso lo hanno vinto. Ma i loro 7mila colleghi adesso rischiano di rimanere fuori dalle assunzioni. 

"Quelle 5mila assunzioni sono state una vittoria" spiega Sabrina, che come tanti nella sua situazione ha aderito al Coordinamento nazionale degli idonei al concorso a cattedra. Chi come lei adesso è chiamata "idonea" non solo non ha un lavoro da insegnante ma per di più, nonostante abbia formalmente vinto il concorso, non è neppure abilitato a insegnare: "Nei contratti di coloro che sono stati assunti c'è scritto che l'abilitazione all'insegnamento avviene al momento dell'assunzione e non per aver vinto il concorso" spiega Angelo Palumbo, delegato del Coordinamento. Paradossalmente Sabrina è nella stessa situazione di una studentessa appena uscita dall'università e iscritta a quelle graduatorie di insegnamento di "terza fascia" che Renzi ha detto di voler sopprimere.

Chi aveva fatto il concorso prima, per esempio nel 1999, anche se non era stato assunto l'abilitazione all'insegnamento l'aveva ottenuta. Quelli del 2012 invece no.

GUARDA IL VIDEO: I PROFESSORI "INVISIBILI"

I PROFESSORI CHE HANNO "SCRITTO" LA BUONA SCUOLA - "Noi eravamo i primi sostenitori della Buona Scuola" dice amaramente Sabrina. Lei e gli altri 7mila la riforma non solo la hanno appoggiata, ma anche contribuito a scriverla: "Quando era possibile fare delle proposte, come insegnanti abbiamo partecipato attivamente al progetto del ministero - continua Palumbo - in parte quella riforma l'abbiamo scritta. Siamo anche stati alla festa del Partito Democratico a febbraio. La conferenza stampa è stata una doccia gelata".

Adesso il coordinamento ha già minacciato ricorsi legali, perché l'esclusione dei 7mila dalle assunzioni ha portato a galla una serie di incongruenze della Buona Scuola. Prima fra tutte, la riforma entra in contraddizione con l'articolo 97 della Costituzione. "Nella pubblica amministrazione si accede per concorso. Noi quel concorso lo abbiamo fatto e vinto e non possiamo rimanere esclusi" conclude Palumbo. C'è da chiedersi adesso se si è tratta solo di una distrazione o se il rischio è quello degli "esodati". "Per noi sarebbe peggio degli esodati: se non veniamo assunti adesso non lo saremo più. Verranno soppresse le graduatorie e dalla scuola rimarremo tagliati fuori. Come se ci uccidessero. Per questo continuamo a ribadire che per risolvere il nostro problema serve una soluzione politica. Paradossalmente Renzi ha ragione: chi è vincitore deve essere assunto. Noi lo siamo quindi adesso vogliamo una cattedra".

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