Caivano, la mamma di una delle vittime: "Ci stanno minacciando, non possiamo uscire di casa"
"Il motorino di mio figlio è stato fatto sparire" ha fatto sapere la madre della 12enne violentata dal branco. Giovedì è prevista la visita della premier Meloni
"Siamo stati minacciati. Non possiamo uscire di casa. Nei giorni scorsi è stato fatto anche 'sparire' il motorino di mio figlio, quello che ha dato l'allarme sulle violenze, consentendo di denunciare ai carabinieri quanto accaduto". A dirlo è stata la mamma di una delle due ragazzine violentate al Parco verde di Caivano (Napoli), tramite il suo legale Angelo Pisani.
Come annunciato in occasione del Consiglio dei ministri, giovedì la presidente del consiglio sarà proprio a Caivano, nel luogo in cui è avvenuto lo stupro delle due cuginette di undici e dodici anni. "Voglio parlare personalmente con la premier Meloni senza intermediari, senza politicanti per raccontarle le mie paure" ha aggiunto la madre di una delle bimbe abusate. Tra i 15 ragazzi coinvolti negli stupri di gruppo di Caivano ci sarebbero anche due figli di boss che gestiscono il traffico di droga. Per questo, già nei giorni scorsi, la donna si era sfogata raccontando le sue paure. "Ora temo ritorsioni perché li abbiamo denunciati. Temo la vendetta dei boss che a causa della denuncia hanno dovuto fermare la piazza dello spaccio. Io rivoglio solo mia figlia: non ho mai smesso di occuparmi di lei".
L'avvocato: "Il suo è in grido di dolore, vuole andarsene da lì"
"È un grido di dolore - sottolinea il legale - quello che arriva dalla mamma della giovane vittima di Caivano, chiede di scappare via da quei luoghi. Una famiglia che chiede di essere messa in salvo, chiede una seconda possibilità, chiede di scappare dall'inferno".
Secondo l'avvocato "serve una normativa speciale. Penso ad un 'codice azzurro', come quello 'rosso' per contrastare la violenza sulle donne, dedicato esclusivamente alla tutela dei bambini e delle famiglie con fondi e strumenti idonei nell’ambito di una attività di repressione contro pedofilia e prostituzione che generano crimini infernali".
Cosa sappiamo sugli stupri di Caivano
Le violenze si sono consumate in un contesto sociale particolarmente difficile, quello del Parco Verde di Caivano, regno della criminalità organizzata. Il rione è finito spesso in passato sotto i riflettori della cronaca per episodi di violenza. Al Parco Verde c'è un clima "di morte e di deserto", ha ammesso il parroco Maurizio Patriciello che da anni denuncia le malefatte della camorra e le colpevoli assenze delle istituzioni.
I ragazzi che avrebbero abusato delle due cuginette, di 11 e 12 anni, sarebbero quasi tutti minorenni. I soprusi sarebbero andati avanti per mesi. Sembra che il branco inizialmente fosse composto da 6 o 7 ragazzini ma poi con il passare del tempo si sarebbe allargato. I giovani avrebbero anche filmato le violenze con i cellulari minacciando le vittime di far girare le immagini se si fossero ribellate. Non solo abusi sessuali, ma anche botte e pressioni psicologiche. Attraverso varie chat, un filmato o alcune immagini sarebbero finite sul telefonino del fratello di una delle vittime, portando i genitori dalle forze dell'ordine.