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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Napoli

Camorra, il boss Luigi Cimmino si pente: sarà vero questa volta?

I magistrati attendono di conoscere i retroscena di delitti, estorsioni, collusioni di una delle più potenti organizzazioni criminali di Napoli

Il boss del Vomero, Luigi Cimmino, si è pentito. I pm Celeste Carrano e Henry John Woodcock, nel corso del processo a carico dei presunti boss dell’Alleanza di Secondigliano, hanno già depositato numerosi verbali gonfi di omissis. Al centro della discussione non soltanto il malaffare cittadino, ma anche numerosi colletti bianchi. Luigi Cimmino sembra un fiume in piena; ma sarà vero? Il boss, adesso, assicura di essere pronto a chiudere una pagina criminale iniziata, afferma, quando aveva appena tredici anni. I magistrati attendono di conoscere i retroscena di delitti, estorsioni, collusioni di una delle più potenti organizzazioni criminali di Napoli

Non è la prima volta che il boss Cimmino si dice pentito

La volontà di pentirsi da Luigi Cimmino era già stata manifestata circa quattro anni fa, ma era dettata da motivazioni tutt’altro che nobili o distaccate. Il 60enne capoclan, infatti, non aveva certamente intenzione di agevolare il lavoro degli inquirenti ma, piuttosto, ottenere il beneficio degli arresti domiciliari, il tutto fornendo informazioni incomplete o manipolate. Un proposito fallito, che la Procura - già dai primi colloqui esplorativi - ha immediatamente compreso. A ribadirlo fu lo stesso Cimmino intercettato in carcere mentre spiegava telefonicamente ai familiari il suo piano: “E’ una mezza collaborazione, hai capito? Per cercare di... scansare, diciamo, questo 41 e per scansare, diciamo, la casa lavoro a 41, hai capito? Se accetto è l’unico metodo per scansare la casa lavoro”.

Dall’omicidio di Silvia Ruotolo fino ad arrivare agli appalti per l’ospedale Cardarelli

Senza ombra di dubbio, anche in questo caso, le dichiarazioni di Luigi Cimmino saranno ascoltate in aula con la dovuta attenzione; sia per l’indiscutibile influenza criminale del boss, sia per quanto concerne la pertinenza delle sue dichiarazioni relativamente ai fatti di cui è assolutamente causa.  La speranza, neanche a dirlo, è che questa sia realmente la volta buona per vedere il pentimento da parte del boss. Un pentimento che, se fosse sincero, consentirebbe finalmente di scoprire importanti altarini: dall’omicidio di Silvia Ruotolo fino ad arrivare agli appalti per l’ospedale Cardarelli. Un pentimento che, se fosse sincero, non garantirebbe soltanto i benefici tanto desiderati per il boss Cimmino ma, soprattutto, assicurerebbe all’intero territorio di comprendere e rivelare alcune zone grigie che, da troppo tempo ormai, rappresentano un triste (e vergognoso) mistero per l’intera regione.

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