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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Napoli

Camorra, il genero del boss: "Dietro al business degli orologi ci sono calciatori e vip"

Luca Esposito, genero del boss Patrizio Bosti, svela un retroscena inquietante sul business degli orologi di lusso: il legame tra calcio e camorra

Chiunque conosca almeno un minimo le strategie imprenditoriali della camorra, sa molto bene quale sia la dinamica quando si parla di avvicinamento a calciatori e vip. Il percorso è molto semplice: l’atleta di turno o l’artista del caso acquistano un oggetto griffato a prezzo di listino attraverso legami con alcuni sponsor, successivamente entra in gioco un intermediario del Sistema, infine, comincia la vendita a prezzi esorbitanti alla clientela più facoltosa. Un meccanismo perfetto che, nel tempo, ha garantito guadagni eccezionali; sempre sotto la supervisione della camorra. Un giro enorme che vede il coinvolgimento di personaggi del calcio e dello spettacolo - finanche il presidente di una squadra di calcio di Serie A - i cui nomi, presenti nelle carte in mano alla procura di Napoli, sono rigorosamente coperti da omissis.

Presto potrebbe esserci la convocazione in procura di qualche nome eccellente

Un business apparentemente pulito (gli orologi vengono venduti con tanto di cartellino e garanzia) svelato da Luca Esposito, ritenuto esponente dell’Alleanza di Secondigliano (nonché genero del boss Patrizio Bosti) e al centro delle indagini del pool anticamorra. Stando a quanto si apprende, è proprio quest’ultimo l'intermediario, amico dei calciatori e di facoltosi acquirenti, a far girare gli ingranaggi di questo meccanismo criminale. Le sue rivelazioni sono al vaglio degli inquirenti e sono state depositate in una udienza che sta avendo luogo a Napoli, nell'ambito del processo che vede imputati alcuni esponenti di spicco della camorra. Luca Esposito, ascoltato dai magistrati, ha raccontato di affari che, in alcuni casi, hanno garantito introiti addirittura superiori al business della droga. Esposito, ancora, ha citato la compravendita di un orologio di una nota marca francese, acquistato per 47 mila euro da un calciatore e successivamente rivenduto all'asta per la cifra incredibile di quattro milioni e mezzo di euro a un emiro. Queste dichiarazioni sono sotto la lente d'ingrandimento dei titolari dell'inchiesta, i pm Alessandra Converso e Ida Teresi coordinati dal capo della procura Gianni Melillo, che dovranno verificarne l’attendibilità.

Calcio e camorra, un binomio pericoloso e sempre esistito

Spesso e volentieri la cronaca ha raccontato degli intrecci al limite tra calcio e camorra. Gli spunti storici più rilevanti giungono già negli anni ’70, quando i boss di Forcella, grazie alla complicità di alcuni amici calciatori, scommettevano sull’esito delle partite. Come dimenticare, poi, la storica foto che ritraeva il Pibe de Oro, al secolo Diego Armando Maradona, adagiato nella vasca a conchiglia dei fratelli Giuliano di Forcella. Più recente, invece, la clamorosa presenza a bordo campo allo stadio San Paolo (durante un Napoli-Parma della stagione 2009-2010) del boss Antonio Lo Russo, entrato praticamente in campo grazie a un pass da giardiniere e che nel tempo libero giocava alla playstation a casa dell'ex attaccante del Napoli, Ezequiel Lavezzi. Per l’attaccante argentino era solo un capo tifoso. Ovviamente, la realtà dei fatti, era molto diversa da quella intesa dal “Pocho”.

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