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Giovedì, 25 Aprile 2024

Vinicio Marchetti

Giornalista

Vi racconto chi era davvero Cosimo Di Lauro

È deceduto, nel carcere di Opera, a Milano, l'ex reggente del clan di Lauro, Cosimo Di Lauro, che nella struttura penitenziaria milanese era detenuto in regime di 41 bis. Non si conoscono, al momento, le cause esatte e le circostanze che hanno portato alla morte del rampollo della famiglia criminale di Napoli Nord. Immediatamente disposta l'autopsia. Cosimo, in carcere dal lontano 2005, era figlio di Paolo Di Lauro, capo clan dell'omonima organizzazione camorristica di Secondigliano, e fratello di Marco, anche lui detenuto in regime di carcere duro in Sardegna. La notizia della morte di Cosimo Di Lauro, 49 anni - detenuto in carcere per 416 bis - è stata diffusa con una comunicazione della direzione del carcere all'avvocato difensore di Di Lauro, Saverio Senese: "Suo assistito è deceduto alle ore 7,10". I legali di Di Lauro avevano a più riprese chiesto verifiche mediche, soprattutto perizie psichiche. Sono dieci i figli del capostipite della famiglia, molti dei quali arrestati. Nel 2019 particolare clamore ebbe l'arresto del fratello di "Cosimino", Marco Di Lauro, superlatitante di camorra, figlio del boss di Scampia, rimasto latitante per 14 anni.

Cosimo Di Lauro e la prima faida di Scampia

Gli inquirenti non hanno mai avuto dubbi sul ruolo di Cosimo Di Lauro nel corso della prima faida di Scampia. Un periodo buio che ricoprì di sangue Napoli e la sua provincia nei primi anni 2000. Quella guerra, di fatto, fu la conseguenza della decisione di “Cosimino” che, una volta prese le redini del clan, sostituì gran parte del gotha del clan con affiliati di propria fiducia. Da qui la scissione, che portò alla nascita degli “Spagnoli”, gli Amato-Pagano, e la faida che si tradusse in decine di morti. Nel marzo 2022 Cosimo Di Lauro è stato condannato all’ergastolo per gli omicidi di Raffaele Duro e Salvatore Panico (22 gennaio 2004 a Mugnano) e per quello di Federico Bizzarro (27 aprile 2004 a Qualiano; cui fu ritenuto mandante).

Ispirò il personaggio di Genny Savastano

Cosimo Di Lauro, nell’ambiente criminale, era ritenuto una star. La sua attività all’interno del Sistema, con la gestione di un mercato della droga a cielo aperto valutato milioni di euro, è stata ampiamente raccontata da Roberto Saviano in “Gomorra” caso editoriale degli anni 2000, poi divenuto serie tv. Cosimo Di Lauro, con i sui tratti cinematografici, era rappresentato dal personaggio di Genny Savastano, il figlio di don Pietro, interpretato magistralmente da Salvatore Esposito. Ovviamente, la storyline di Gomorra, però, non ha mai rispecchiato fedelmente quella di Cosimo Di Lauro, che fu messo subito fuori gioco con l'arresto nel 2005, ma ha rappresentato idealmente quello che sarebbe potuto diventare "il principe", il "figlio di Ciruzzo ‘o milionario".

L’influenza criminale della famiglia Di Lauro

Appare anche difficile descrivere l’influenza criminale che la famiglia Di Lauro ha avuto per la storia di Napoli. Dieci figli maschi e una femmina. La “tribù” di Paolo Di Lauro, battezzato “Ciruzzo ‘o milionario” dal boss di Forcella Luigi Giuliano durante una partita di poker (per via delle banconote che a stento riusciva a trattenere nelle tasche dei pantaloni), è di quelle classiche napoletane del dopoguerra. Tutti cresciuti in via Cupa dell’Arco a Secondigliano, il “regno” del clan che, nel giro di 30 anni, ha trasformato il quartiere nella più grande piazza di spaccio d’Europa. La maggior parte dei membri della famiglia ha scelto di portare avanti l’attività criminale e - nonostante arresti, faide interne e momenti di debolezza - accumulando una ricchezza enorme. Ovviamente, neanche la morte di Cosimo potrà cancellare gli orrori compiuti dal clan Di Lauro. Un tumore inestirpabile per questa terra che, ancora oggi, è costretta a leccarsi ferite provocate da una storia criminale che mai potranno rimarginarsi.

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