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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Latina

Camorra, omicidio Marino: confermate in appello tutte le condanne

La sentenza ha confermato il pronunciamento di primo grado della Corte di assise di Latina con il carcere a vita per gli imputati

La Corte di assise di Appello di Roma ha confermato i due ergastoli e le due condanne a 22 anni di carcere per le quattro persone ritenute responsabili dell'omicidio di Gaetano Marino, il boss degli scissionisti di Secondigliano ucciso sul lungomare di Terracina a colpi di pistola. La sentenza ha confermato il pronunciamento di primo grado della Corte di assise di Latina con il carcere a vita per Arcangelo Abbinante, 30 anni, considerato l'esecutore materiale, Giuseppe Montanera, di 44 anni, componente del commando, e 22 anni di reclusione ciascuno a Carmine Rovai  e Salvatore Ciotola, 58 anni, che avevano fornito supporti logistico ai killer.

L'agguato in spiaggia, presso uno stabilimento blaneare

Gaetano Marino, esponente di spicco del gruppo camorristico degli scissionisti di Secondigliano, era stato ucciso con sei colpi di pistola il 23 agosto 2012, da due sicari in moto, sul lungomare di Terracina dove stava trascorrendo le vacanze con la famiglia. I killer gli avevano esploso contro alcuni colpi di pistola uccidendolo. Il tutto è avvenuto pieno giorno, davanti a decine di bagnanti. Le indagini della Direzione investigativa antimafia di Roma avevano seguito la traccia dello scontro tra clan; che era in atto in quegli anni nel quartiere napoletano, per il controllo della piazza di spaccio. Soltanto nel 2017 erano arrivati ad arrestate i quattro responsabili di omicidio volontario in concorso con le aggravanti di aver agito con premeditazione e con metodo mafioso, esplicitato dalle modalità inerenti l'organizzazione che l'esecuzione del delitto oltre alla detenzione illecita di armi.

Ecco chi era Gaetano "Moncherino" Marino, l'ex marito di Tina Rispoli

Gaetano Marino era il fratello di Gennaro Marino, capo dell'ala militare degli Scissionisti di Secondigliano, oggi detenuto al 41bis. Lo chiamavano "moncherino", perché aveva perso entrambe le mani; in un incidente con la motocicletta, avrebbe detto alla moglie, Tina Rispoli (attuale moglie di Tony Colombo); nell'esplosione di una bomba di camorra, come è ben noto. In comune i due fratelli il soprannome, che era più un patronimico: McKay, che il realtà sarebbe dovuto essere Macahan, come il personaggio di "Alla conquista del west" a cui somigliava il padre, Crescenzo Marino, ucciso a Secondigliano nel 2005. E i due fratelli avevano in comune anche un'altra cosa: erano i padroni delle Case Celesti, i due capi del clan che, all'epoca, era tra i protagonisti del narcotraffico dell'area nord di Napoli, quando gestire il traffico di droga a Scampia e Secondigliano significava avere tra le mani un pozzo di petrolio a getto infinito.

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