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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Napoli

Camorra, Dia: "In Campania aumentano i reati dei minori e le infiltrazioni negli appalti"

È quanto riportato nella relazione semestrale della Dia nella sezione dedicata alla criminalità organizzata campana

In Campania i clan "costituiscono sempre espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali: l'Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella". È questo il dato più rilevante sottolineato nella relazione semestrale della DIA, la Direzione investigativa antimafia, nella sezione dedicata alla criminalità organizzata napoletana. Nel documento, ancora, si evidenzia che i due gruppi "dettano le linee guida alle associazioni aderenti le quali, pur essendo dotate della piena autonomia nella gestione degli affari interni, non possono sottrarsi all'influenza dei due cartelli egemoni".

Per quanto riguarda il territorio del Napoletano - dunque - come evidenziato anche in più occasioni dal procuratore Giovanni Melillo, "gli equilibri criminali costituiscono sempre espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali: l'Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella". In tutta la regione, inoltre, "il coinvolgimento di minori in eventi criminosi starebbe registrando una significativa evoluzione per numero e tipologia di eventi delittuosi di cui gli stessi minori risultano non solo vittime ma talvolta protagonisti per motivi derivanti dalla loro condizione sia di tossicodipendenza, sia di affiliazione a famiglie di camorra". 

Nel Casertano, la camorra “muta e si riorganizza”

Mutamenti strutturali e organizzativi che hanno garantito a “ciascuna consorteria” criminale di “mantenere sul proprio territorio di riferimento una forza intimidatrice capace di garantire la rispettiva continuità operativa”. È quanto rilevato dalla Direzione investigativa antimafia sui clan operanti in provincia di Caserta dove, ancora una volta, viene sottolineata l’ingombrante presenza del clan dei Casalesi; cui componenti, si evidenzia, “non possono oggi essere considerati come fenomeno unitario ma piuttosto come intranei ad una organizzazione non conflittuale composta da famiglie storiche e tuttora vitali dell’area casertana”. Oltre alla «federazione» dei Casalesi, anche il clan Schiavone e quello facente capo a Bidognetti sono attivi grazie soprattutto a nuove leve e ad affiliati di secondo piano. Quest’ultime si occupano in particolare di estorsioni, mentre il clan Zagaria continua ad avere interessi più marcatamente imprenditoriali, come dimostra l'indagine del 2021 sul controllo di molti supermercati tra Caserta e Napoli da parte dei nipoti di Michele Zagaria. Resta molto attivo anche il clan facente capo una volta ad Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, che sarebbe attualmente controllato, dice la Dia, da due fratelli. Se i Casalesi sono operativi soprattutto nel comprensorio agroaversano e sul litorale tramite i La Torre-Fragnoli, nelle altre zone della provincia continuano ad operare clan storici come i Ligato (area di Pignataro Maggiore), gli Esposito (zona Sessa Aurunca e Cellole), i Del Gaudio (Santa Maria Capua Vetere e dintorni), i Massaro (San felice a Cancello e Arienzo) e soprattutto i clan Belforte e Piccolo, entrambi attivi a Marcianise e nei comuni limitrofi, come Maddaloni e il capoluogo Caserta.

Dall'egemonia dei D'Agostino a Salerno, ai clan dell'Agro e della Piana

Uno scenario criminale particolarmente disomogeneo con aspetti che mutano in ragione delle peculiarità geomorfologiche, economiche e sociali tipiche, in provincia di Salerno. La complessità del fenomeno sarebbe aggravata dalla contestuale presenza operativa di organizzazioni di tipo camorristico con genesi e matrici criminali diverse anche napoletane e casertane, nonché dagli interessi sul territorio di gruppi mafiosi di origine extraregionale, calabresi e lucani. Nella città di Salerno, il clan D'Agostino mantiene il proprio ruolo egemonico, in particolare per il traffico e spaccio di stupefacenti, le estorsioni, l’usura e le rapine. Contestualmente si registrerebbe la presenza di gruppi emergenti che tentano di affermarsi negli spazi rimasti liberi dopo l’esecuzione di provvedimenti restrittivi a carico degli esponenti della storica congrega camorristica. Si conferma la rilevanza strategica dell’area portuale commerciale “Manfredi” di Salerno che riveste notevole importanza per lo sviluppo dei traffici commerciali dell’area mediterranea. In effetti la favorevole posizione avrebbe trasformato il porto in uno dei principali hub finali del commercio degli stupefacenti, nonché di TLE. I sodalizi più strutturati dell’Agro nocerino-sarnese e della Piana del Sele avrebbero sviluppato collaudati canali con le pari organizzazioni criminali del napoletano e del casertano non solo per il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti ma anche per l’infiltrazione negli appalti finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche ovvero per la fornitura di servizi e manutenzione delle infrastrutture e dei beni demaniali, nonché per la gestione dello smaltimento dei rifiuti. A Nocera Inferiore si rileverebbe la presenza del gruppo Mariniello che nel recente passato avrebbe reinvestito i proventi illeciti derivanti dal traffico di stupefacenti e dalle estorsioni in attività commerciali quali bar e sale da gioco. Nel contempo si sarebbe constatata la comparsa di nuove leve criminali attive soprattutto nello spaccio degli stupefacenti. Sul territorio di Sarno spicca, infine, il clan Serino i cui affiliati sono dediti alle estorsioni, all’usura e al traffico di stupefacenti riciclando poi i proventi illeciti in attività commerciali.

Confermata l’operatività del Nuovo Clan Partenio nell’Avellinese

Nella città di Avellino sarebbe confermata l’operatività del Nuovo Clan Partenio diretta promanazione dello storico clan Genovese. Nel secondo semestre del 2020 gli esiti investigativi dell’operazione “Aste Ok” avevano comprovato come il clan fosse attivo in numerosi ambiti criminali, dalle estorsioni ed usura al traffico di sostanze stupefacenti, dal lucroso settore delle aste pubbliche fino a forme d’infiltrazione nelle amministrazioni locali. In particolare l’indagine aveva documentato l’interferenza del gruppo Galdieri - Genovese in occasione delle elezioni del Consiglio comunale di Avellino del giugno 2018 al fine di favorire la candidatura del parente di uno degli elementi di vertice del clan. Il vuoto di potere determinato dai numerosi arresti e dal lungo stato di detenzione di due fratelli ergastolani tuttora ritenuti elementi di vertice del clan sembrerebbe all’origine di una serie di fibrillazioni e dello scontro armato tra due gruppi criminali che si contenderebbero il controllo delle attività illecite. In tale contesto sarebbe maturato il tentato omicidio dell’agosto 2020 ai danni di un elemento in ascesa nel locale panorama criminale, il quale stava tentando “di ritagliarsi una posizione di rilievo nella gestione delle attività criminose appannaggio dei gruppi criminali esistenti sul territorio”.

Nel Beneventano permane l’attenzione dei clan verso il traffico di droga e l’usura

Anche nella provincia di Benevento il Sistema, sebbene decisamente indebolito dai numerosi arresti, continua a gestire le attività illecite prediligendo il traffico di stupefacenti nonché le estorsioni e l’usura perpetrate in danno degli imprenditori locali. I clan Sparandeo e Pagnozzi si confermano quelli più strutturati per organico e per modalità operative. L’attività del gruppo Sparandeo egemone nel capoluogo sarebbe stata comprovata dalle attività d'indagine concluse nel corso degli ultimi anni e che hanno consentito di delineare gli assetti organizzativi del clan, nonché gli equilibri consolidati sul territorio anche grazie alla vicinanza di sodalizi criminali minori come quelli facenti capo alle famiglie dei Piscopo - Saccone o quello federato dei Nizza. L’attività prevalente nelle zone d’influenza è quella estorsiva in danno di commercianti ed imprenditori ma il clan si dedicherebbe anche al traffico di sostanze stupefacenti ed al reimpiego di denaro proveniente dal narcotraffico con proiezioni anche nella città di Roma, dove può contare sul legame con il clan Senese, il gruppo criminale fortemente radicato nella capitale e riconducibile alla famiglia Moccia.

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