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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Napoli

Primo Maggio, con il lavoro si guarisce dal cancro della camorra

Oggi si onorano tutti coloro che hanno dato la vita per il lavoro - il lavoro onesto - non certamente quello proveniente dalla criminalità organizzata

Ogni Primo Maggio si onorano quanti hanno lottato per i diritti sul lavoro. Si onorano tutti coloro che hanno dato la vita per il lavoro, il lavoro onesto, non certamente quello proveniente dalla criminalità organizzata. Un guadagno economico che sarà sempre sporco del sangue di chi, il piatto in tavola, l’ha sempre messo grazie al sudore della fronte. Eppure, senza ombra di dubbio, i nostri territori sono stati, da sempre, leva di forza della camorra. Una certezza scontatissima, dovuta alla storica mancanza di lavoro che caratterizza il Meridione. Il Sistema sguazza lì dove ci sono esigenze lavorative. Una mancanza di occupazione perenne che, sommata a uno scarso lavoro culturale nei territori, ha consentito ai gruppi criminali di avere sempre a disposizione nuove leve per le attività illecite.

La vacuità dei comitati per l’ordine pubblico

Puntare il dito contro gli innumerevoli comitati per l’ordine pubblico, contro i consigli comunali aperti e anche contro le innumerevoli chiacchiere che poco hanno dato alla sconfitta definitiva della camorra, appare davvero come sparare sulla Croce Rossa. Nessuna istituzione - a cominciare dai governi centrali, passando per la Regione, fino a giungere all’ultimo dei comuni - si è preoccupato di creare lavoro al Sud. Nessuno ha mai rivendicato il diritto di garantire le medesime opportunità lavorative del Nord. Un problema che, a questo punto, può essere giustificato soltanto attraverso la convinzione che tutto questo sia voluto. Non si spiega altrimenti perché, arrivati alla Festa del lavoro 2022, i territori campani continuino a rincorrere senza sosta il problema lavoro.

Il Sistema si sconfigge con il lavoro

Il Sistema può essere sconfitto soltanto creando adeguate condizioni lavorative. La camorra si abbatte soltanto dando dignità a chi l’ha persa o non l’ha mai avuta, mettendo a riparo gli onesti dalle invitanti tentazioni che possono arrivare dai clan quando ci sono difficoltà economiche. Il lavoro è il primo gradino da costruire per debellare questo cancro. La camorra gode della disperazione delle persone. Più sono disperate, più la camorra trova terreno fertile.

1° maggio sempre nel ricordo di Mario Diana

La camorra si combatte con il lavoro: il principio incarnato alla perfezione da Mario Diana, imprenditore di Casapesenna del settore trasporti, assassinato la mattina del 26 giugno 1985. Due uomini si avvicinarono e, chiamandolo per nome, gli spararono un colpo di fucile al torace. L'uomo si accasciò a terra e, a quel punto, uno dei due killer si avvicinò finendolo con un colpo alla tempia. Il suo omicidio fu subito interpretato come l'azione punitiva del clan dei casalesi verso chi rifiutava di sottomettersi all'estorsione. Mario Diana c’ha lasciato con una importante lezione: nessuno muore veramente quando si sceglie di vivere nella luce di un principio immortale. È questa la lezione che noi, in questa giornata in cui si onorano quanti hanno lottato per i diritti sul lavoro, dobbiamo tramandare ai nostri giovani. Perché nessuna guerra può essere vinta senza armi. Il lavoro per tutti è un proiettile d’argento indirizzato al cuore del Sistema.

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