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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Reggio Calabria

Le mani della 'ndrangheta sui canili: arresti in Calabria

Vasta operazione della Polizia, l'inchiesta della Dda ha consentito agli investigatori di accertare l'infiltrazione nel settore dei canili e gli interessi di persone vicine a una cosca

È iniziata alle prime luci dell'alba una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Eseguiti arresti, perquisizioni e sequestri di aziende. L'inchiesta della Dda reggina, sviluppata dal 2014 al 2016, ha consentito agli investigatori di accertare l'infiltrazione nel settore dei canili, svelando gli interessi di persone vicine alla cosca Zagari-Fazzalari-Viola di Taurianova.

Canili nella morsa della 'ndrangheta

In tutto 11 provvedimenti di custodia cautelare (3 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 3 di sottoposizione all'obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria e 1 di sottoposizione all'obbligo di dimora), nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, commesse con l'aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la 'ndrangheta; turbata libertà degli incanti; intestazione fittizia di beni e truffa aggravata. Assieme a numerose perquisizioni, è in corso di esecuzione anche il sequestro di alcune aziende.

Operazione "Happy dog"

L'operazione, denominata "Happy dog", si è svolta nella provincia di Reggio Calabria, in altre provincia calabresi e in quella di Milano. Arrestati imprenditori, Dirigenti del Servizio Sanitario dell'ASP di Reggio Calabria e persino il rappresentante locale di un'associazione animalista. Sequestrate strutture per il ricovero e l'assistenza di cani.

Condizionamento degli appalti

Secondo l'inchiesta sarebbe stato messo in atto un vero e proprio condizionamento degli appalti indetti dal comune di Taurianova, nella piana di Gioia Tauro, per l'assegnazione dei servizi di custodia e assistenza di cani randagi presso strutture private (canili); sono state documentate condotte intimidatorie ed estorsive poste in essere dagli stessi nei confronti di un imprenditore operante nella Locride nello stesso settore, vessato anche da soggetti vicini alle cosche operanti nel territorio di Platì e Sant'Ilario sullo Ionio.

Campagne mediatiche e denigratorie

Inoltre l'inchiesta ha portato alla luce condotte di concorrenza sleale finalizzate ad ostacolare e screditare l'operato del titolare del canile della Locride - che si era aggiudicato l'appalto di Taurianova - anche attraverso campagne mediatiche e denigratorie, con il coinvolgimento di trasmissioni televisive locali e nazionali, realizzate con il concorso di funzionari pubblici infedeli, che ponevano in essere comportamenti ostruzionistici nell'esercizio delle loro funzioni in danno della vittima, ed esponenti locali di associazioni animaliste; nonché infine di accertare alcuni delitti di intestazione fittizia di beni poste in essere al fine di partecipare ad alcune gare di appalto nel settore canino, nel tentativo di superare gli impedimenti derivanti dalle interdittive antimafia disposte dalla Prefettura di Reggio Calabria, con conseguente truffa aggravata ai danni di Enti comunali.

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