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Sabato, 20 Aprile 2024
Caporalato / Catania

Operai come schiavi, costretti a pagare per lavorare: arrestato imprenditore

A finire in manette un 42enne di Belpasso, in provincia di Catania. Oltre a turni estenuanti, senza ferie, riposi e altre indennità, i lavoratori erano costretti a dare una parte della misera paga al "caporale"

Un imprenditore agricolo di 42 anni è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e dai carabinieri di Paternò e Sciacca, con l'accusa di sfruttamento del lavoro e per reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro in danno dei propri dipendenti. Reati commessi nell'azienda agricola di cui era proprietario insieme a un altro soggetto, un 45enne di origini marocchine. Secondo quanto emerso dalle indagini, era proprio quest'ultimo il vero e proprio "caporale": era l’intermediario tra il datore di lavoro e i lavoratori dipendenti, previo pagamento di denaro per le pratiche di emersione di extracomunitari privi di permesso di soggiorno in Italia.

Le indagini hanno consentito di acquisire indizi che proverebbero l'impiego di quattro dipendenti stranieri di nazionalità marocchina in condizioni di sfruttamento, pagati 35 euro al giorno, di cui 5 in favore del caporale. L'imprenditore agricolo di Belpasso (Catania), che opera nel settore agrumicolo, avrebbe costretto gli operai stranieri a svolgere turni di lavoro estenuanti, senza ferie, riposi settimanali e indennità accessorie, violando ogni regola in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro. Il procedimento è scaturito dalla denuncia di un cittadino marocchino dipendente dall’imprenditore, sostenuto dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – Progetto DI.AGR.AMMI SUD, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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