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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Suicidio assistito, "no" all'archiviazione per Marco Cappato sul caso di dj Fabo

Il gip di Milano, Luigi Gargiulo, ha infatti deciso di convocare un’udienza tra le parti per valutare la richiesta del pm di Milano

Non è stata accolta la richiesta di archiviazione per Marco Cappato, l'esponente radicale e dell'Associazione Luca Coscioni indagato dalla procura di Milano per aiuto al suicidio sul caso di Fabiano Antoniani, "dj Fabo", che Cappato accompagnò a febbraio 2017 in una clinica svizzera. Almeno per ora. Il gip Luigi Gargiulo ha deciso infatti di fissare una udienza per il 6 luglio, al termine della quale deciderà definitivamente se accogliere la richiesta di archiviazione (avanzata dal pm Tiziana Siciliano) o ordinare il rinvio a giudizio. Rimandata, quindi, la decisione se tenere il processo o no.

Dopo la morte di Fabo, al rientro dalla Svizzera Cappato si recò presso i carabinieri della Compagnia di Milano Duomo per autodenunciarsi. In seguito venne indagato e sentito dal pm Siciliano, che poi chiese l'archiviazione sulla base di una interpretazione della gerarchia delle fonti: se il codice penale effettivamente richiama il diritto alla vita, questo - per il pm - non è sempre indisponibile, ed in particolare va commisurato con il rispetto della dignità umana, ad esempio nel caso di un malato che valuta eccessive le sofferenze a cui è costretto.

Il reato di aiuto al suicidio prevede una pena dai cinque ai dodici anni. Nella giornata del 10 maggio, davanti al Tribunale di Milano in corso di Porta Vittoria, ignoti hanno esposto un anonimo striscione che recitava «suicidio assistito = omicidio. Cappato in galera». Ironica la sua risposta sui social network: «Ci troverei persone che preferisco a loro».

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