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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Roma

Invisibili per decreto: tutto quello che non torna nello sgombero deciso da Salvini

La parlamentare di Sel Rossella Muroni ha provato a bloccare i trasferimenti dei rifugiati dal Cara di Castelnuovo di Porto, secondo centro d'accoglienza più grande d'Italia. Per il Viminale chiuderà Sabato e dei 550 ospiti 250 finiranno in strada

"Voglio sapere dove vanno queste persone": così Rossella Muroni, parlamentare di Sel ha provato a bloccare un pullman con migranti a bordo, davanti al Cara di Castelnuovo di Porto. Nel corso della mattina sono ricominciati i trasferimenti dalla struttura che ospitava rifugiati e soggetti a protezione umanitaria.

Tre i pullman partiti dalla struttura che porteranno 30 persone nelle Marche, 15 in Molise e altri 30 in Abruzzo. Tutti "aventi diritto dello status di rifugiato come ha spiegato stamane il ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Entro il 31 gennaio saranno ricollocati in altre strutture che hanno liberato posti"

"La chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto è un impegno che abbiamo preso con gli italiani - spiega Salvini -  l'accoglienza verrà rifondata su piccoli centri, dove le spese verranno rendicontate in maniera trasparente. Questo è quello che abbiamo cominciato a fare e su cui andremo avanti". 

Questo vale per i rifugiati, ma dal Cara di Castelnuovo di Porto ci sono 250 persone destinate a diventare "invisibili". Con buona pace della sicurezza per decreto"

Che cos'è il Cara di Castelnuovo di Porto

Il Cara di Castelnuovo di Porto, attivo da oltre 10 anni, è arrivato ad ospitare fino a mille migranti e si è distinto per i progetti di integrazione: in questo centro nel marzo 2016 Papa Francesco scelse per la celebrazione della lavanda dei piedi del giovedì santo. Il CARA è uno dei centro di accoglienza per richiedenti asilo nella lista di quelli che dovranno chiudere i battenti, a poco più di un mese dalla conversione in legge del decreto sicurezza come già fatto per Cona e Bagnoli in Veneto. E dopo la chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto il ministro dell'interno ha già annunciato che la stessa procedura sarà avviata per il più grande centro di rifugiati d'Europa, il Cara di Mineo in provincia di Catania.

Chiude il CARA di Castelnuovo di Porto

La struttura per richiedenti asilo alle porte di Roma fino a ieri ospitava 550 stranieri, tra cui 50 nuclei familiari che lasceranno Castelnuovo di Porto per essere trasferiti tutti insieme verso il Piemonte. Tuttavia molti restano fuori dal meccanismo dei ricollocamenti, tra queste 250 persone che, come spiega il presidente del locale Consiglio comunale Emanuele Baldelli, non avranno una soluzione alternativa. "Il Comune non ha avuto nessun tipo di informazione diretta nè preavvisi da parte della Prefettura o del Ministero - denuncia - Potremmo avere decine di persone con la titolarità di essere inseriti in uno Sprar che invece si troveranno per strada".

Alcuni hanno lasciato la struttura da soli e sono stati avvistati alle fermate degli autobus diretti a Roma portandosi dietro le loro povere cose.

Il sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini ha ospitato Mouna, una 25enne somala costretta all'esterno del CARA perché la sua richiesta di asilo sarebbe ancora in fase di definizione. Travaglini ha annunciato un ricorso urgente al Tar del Lazio, e in seconda istanza alla Corte europea dei Diritti dell'uomo.

"Eravamo d'accordo con il superamento del Cara ma con un tavolo di concertazione"

Mouna è una delle decine di fantasmi che sloggiati dalla struttura, nonostante il "Permesso umanitario", con il decreto sicurezza hanno perso il diritto di accesso al circuito Sprar e di fatto finiranno in strada.

Perché chiude il CARA di Castelnuovo di Porto

Il Centro di Accogilenza per Richiedenti Asilo chiuderà entro fine mese per ordine del ministero dell'interno secondo i dettami del decreto sicurezza che sancise la chiusura delle strutture denominata CARA. Come previsto dal piano del Viminale entro sabato la struttura di Castelnuovo di Porto verrà definitivamente svuotata da tutti i 530 ospiti. Già trasferiti in 105, 70 questa mattina, altri 300 nelle prossime ore: per tutti la destinazioni sono altri centri del circuito Sprar dislocati in diverse regioni italiane.

Migranti, magistratura democratica: "Contro civiltà"

"Quanto sta accadendo a Castelnuovo di Porto è solo uno degli effetti deleteri del Decreto sicurezza - spiega Riccardo De Vito, Presidente di Magistratura  Democratica che punta l'attenzione verso lo sgombero dei titolari di protezione umanitaria, ormai eliminata dal Decreto sicurezza.

"Almeno altre duecento persone si troveranno letteralmente sbattute in mezzo alla strada, non vedendosi più riconosciuto il diritto alla prima accoglienza".

De Vito contesta anche l'assenza di un qualche problema di ordine pubblico, e tanto meno di sicurezza, per giustificare l'intervento.

"Solo la volontà, già manifestatasi a Riace, di smantellare proprio quelle esperienze di integrazione che fanno capire come l’immigrazione non rappresenti affatto un pericolo per la nostra popolazione. Una simile logica calpesta i più elementari principi di solidarietà e i diritti sanciti dalla nostra Costituzione, proprio mentre a centinaia si lasciano affogare altri migranti in mare".

Migranti in strada e posti di lavoro persi

Con la chiusura del centro di Castelnuovo di Porto perdono il lavoro anche 120 operatori di servizi assistenziali. come Francesca Maurizi, psicologa della cooperativa Auxilium che da anni offre servizi di assistenza all'interno del CARA: "Dall'1 febbraio ci ritroveremo senza lavoro".

Lavoro in fumo anche quello fatto per l'integrazione: gli ospiti del Cara frequentavano infatti le scuole medie e superiori a Castelnuovo di Porto e Monterotondo. Ora verranno trasferiti e dovranno ricominciare, ancora da zero.

Storie di integrazione interrotta: le voci di Chuma e Lamine

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