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Venerdì, 29 Marzo 2024
Momenti di tensione / Milano

Cariche al corteo degli anarchici per Cospito a Roma: 3 manifestanti fermati e 2 feriti

Manifestazioni in diverse parti d'Italia per chiedere la fine del regime di 41 bis per il detenuto in sciopero della fame da oltre 100 giorni: "Lo stanno torturando"

Si è concluso con tre manifestanti arrestati e due feriti da manganellate il corteo degli anarchici a Roma per chiedere la revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito, il detenuto in sciopero della fame da oltre cento giorni, trasferito lunedì scorso nel penitenziario milanese di Opera. Il corteo, era una delle iniziative organizzate in diverse parti d'Italia in solidarietà al carcerato che si trova nel regime più duro e solitamente riservato ai mafiosi. La manifestazione inizialmente sarebbe dovuta arrivare a piazza San Giovanni partendo da piazza Vittorio, ma ha cambiato percorso, diventando quindi una protesta che ha seguito un itinerario non autorizzato.

Il numero dei partecipanti è passato da poche centinaia a circa un migliaio, per poi però diminuire nuovamente. A un certo punto ci sono stati stati alcuni momenti di tensione, con lancio di sassi, bottiglie e fumogeni verso le forze dell'ordine da una parte del corteo. È successo quando il corteo è arrivato a via Prenestina, dove alcuni dimostranti hanno stato dato fuoco a una cabina elettrica e dove è stata danneggiata una fermata dell'autobus. A quel punto sarebbe intervenuta la polizia in tenuta antisommossa. A quanto si apprende, ci sarebbero tre i fermati dopo i disordini e almeno un paio di feriti.

Un regime italiano: perché il 41 bis è il carcere più duro d'Europa

Durante il corteo erano stati esposti striscioni e manifesti contro il regime carcerario previsto per mafiosi recitavano slogan come: 'Il carcere uccide', 'Al fianco di Alfredo contro 41 bis ed ergastolo ostativo' e anche 'Lo Stato tortura'. Dagli altoparlanti è stata trasmessa musica elettronica alternata ai collegamenti con l'altra manifestazione dal penitenziario milanese di Opera, definito un "lager" dai presenti. "Media e Questura ce l'hanno messa tutta a descriverci come dei mostri in combutta con la mafia. Siamo preoccupati per vita di Alfredo e chiediamo che esca immediatamente dal regime di tortura. Non ci si dica che Alfredo vuole morire, vuole vivere e noi ci batteremo senza tregua per lui", hanno dichiarato gli anarchici.

Sono state circa trecento le persone che si sono radunate invece davanti al carcere di Opera. L'ingresso del carcere era stato blindato da polizia penitenziaria, polizia e carabinieri in assetto antisommossa. L'appuntamento, non preavvisato in questura, era stato promosso nei giorni scorsi sui siti di area anarchica. Anche durante questa manifestazione ci sono stati attimi di tensioni, con i dimostranti che hanno raggiunto il recinto esterno della struttura, tirando all'interno, nella zona dove si trovavano le forze dell'ordine, fumogeni e pietre. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa gli attimi di tensione, con lancio di pietre e fumogeni, sarebbero cominciati dopo che un manifestante avrebbe colpito con uno sputo un agente della polizia penitenziaria.

E attimi di tensione ci sono stati anche con i giornalisti con diversi reporter che sono stati oggetto di un gavettone, lanci di monetine e insulti. L'episodio è accaduto verso il termine della manifestazione quando alcuni cronisti, dopo averlo riconosciuto, hanno fatto alcune domande a Simone Ficicchia di Ultima Generazione (il movimento italiano di disobbedienza civile nonviolenta nato nel 2021 all'interno di Extinction Rebellion), che aveva aderito alla manifestazione spiegando di di "condividere la lotta" contro il carcere duro, "ma non i metodi" violenti.

La manifestazione, con una colonna sonora con anche brani del rapper Niko Pandetta, pure lui nel penitenziario milanese dove ha cominciato lo sciopero della fame, si è conclusa, come è già capitato, con fuochi d'artificio e il grido degli anarchici ''fuori tutti dalle galere dentro nessuno solo macerie''.

Intanto, visto il peggioramento delle sue condizioni di salute, i medici di Opera e il Tribunale di sorveglianza di Milano, stanno cominciando a valutare l'eventuale trasferimento di Alfredo Cospito dal centro clinico del carcere milanese al reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo. L'ipotesi di un ricovero ospedaliero, da quanto si è appreso, è realistica laddove il 55enne, da 108 giorni in sciopero della fame, dovesse proseguire a rifiutare anche gli integratori. La loro prolungata interruzione potrebbe portare a una crisi cardiaca e alla necessità di trattamenti salva vita. Al momento i suoi parametri sono ritenuti dalle autorità ancora compatibili con la detenzione.

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