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Venerdì, 31 Marzo 2023
Situazione esplosiva

Carceri al collasso tra sovraffollamento e violenza: in un mese 8 suicidi

La capienza massima dei penitenziari non è rispettata, con inevitabili ripercussioni in termini di controllo. Il sindacato polizia penitenziaria: "Rischiamo il tracollo. Cinque aggressioni contro gli agenti a settimana"

Si annuncia un'estate esplosiva nelle carceri italiane, dove il sovraffollamento resta un problema e dove gli episodi di violenza si moltiplicano.  Solo nel mese di giugno,  secondo il sindacato di polizia penitenziaria, ci sono stati  8 suicidi e 6 tentativi di suicidio e anche 5 aggressioni ad agenti a settimana.

Sul fronte capienza a parlare sono i dati del ministero dell'Interno. Secondo un report online sul sito del ministero e aggiornato al 30 giugno, le nostre carceri possono ospitare fino a 50.900 detenuti ma in realtà  dietro le sbarre ci sono 54.841 persone. Per citare solo qualche esempio, i posti disponibili in Lombardia sarebbero 6.150 ma i reclusi sono 7.962; in Puglia la capienza è di 2.896 posti ma i presenti sono 3,817. Nel Lazio il divario è 5.231 posti dichiarati ma 5.667 presenti. In Campania sono 6.124 i posti teorici, ma 6.726 i detenuti in cella. (Fonte: dipartimento dell'amministrazione penitenziaria)

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Il segretario generale del S.PP. (sindacato polizia penitenziaria) Aldo Di Giacomo racconta invece cosa accade, in concreto, all'interno dei penitenziari. Il resoconto del mese di giugno non è positivo: "otto suicidi e sei tentativi di suicidio nell’ultimo mese, una dozzina di casi di celle incendiate nelle ultime settimane, almeno cinque episodi di aggressione a personale penitenziario la settimana, sei risse tra detenuti di clan rivali o tra detenuti italiani ed extracomunitari". Per Di Giacomo “la situazione di controllo delle carceri da parte dello Stato, già sfuggita di mano da qualche anno, in questa estate rischia il tracollo. Per questo – aggiunge – abbiamo deciso azioni di mobilitazione per smuovere il 'torpore' mentre di fronte all’emergenza esplosa con le cosiddetti mini-rivolte diffuse in numerosi istituti e le quotidiane aggressioni al personale penitenziario – spiega Di Giacomo - la ministra Cartabia sta pensando a palliativi come le misure alternative al carcere per detenuti con pene cosiddette minori che non risolvono in alcun modo le problematiche del sovraffollamento e della carenza di strutture adeguate oltre, naturalmente, di agenti e personale. Tra l’altro si finge di ignorare che nelle carceri ci sono alcune centinaia di detenuti con problemi psichiatrici che non dovrebbero trovarsi lì". C'è poi il problema di "boss ed esponenti di spicco della criminalità organizzata comandano al punto che i casi di ordini e minacce estorsive, persino via telefono".

Lo scorso anno la titolare della Giustizia e il premier Mario Draghi hanno visitato il carcere di Santa Maria Capua Vetere, ma da allora secondo il sindacato nulla è cambiato. "L’impegno per la realizzazione di otto nuovi padiglioni si è trasformata in un numero imprecisato di “casette per l’amore”, dice Di Giacomo. Il sindacato chiede al Parlamento "di definire un primo pacchetto di misure di emergenza, aprendo gli occhi sulla realtà del nostro sistema penitenziario".

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