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Martedì, 23 Aprile 2024
Carcere

"Una sentenza che fa male": la polizia risponde a Strasburgo

Sindacati degli agenti della penitenziaria pronti a difendere chi "sta in prima linea" in carcere, dopo l'ennesima sentenza della corte europea che condanna l'Italia. Scatta la polemica

I poliziotti non ci stanno: la sentenza della corte europea dei Diritti umani (Cedu) sui fatti del carcere di San Sebastiano di Sassari non è andata giù a diverse sigle sindacali e le reazioni arrivano il giorno dopo della pubblicazione. A dare inizio alle polemiche il segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziarie (Sappe) Donato Capece che si dice "sorpreso" per la decisione di Strasburgo:
 

A Sassari non ci fu nessuna spedizione punitiva contro i detenuti ma si tenne una necessaria operazione di servizio per ristabilire l'ordine in carcere a seguito di una diffusa protesta dei detenuti, che venne contrastata con violenza da alcuni degli stessi ristretti.


Una sentenza che secondo il sindacato "fa male" a chi vive il carcere quotidianamente come gli agenti di polizia penitenziaria. Dello stesso parere anche Giuseppe Moretti, segretario dell'Ugl della categoria:

Le responsabilità degli agenti vengono prese sempre più di mira, ma difficilmente ci si sofferma ad analizzare le condizioni in cui donne e uomini del Corpo sono costretti ad operare.

C'è chi invece pensa che questa ennesima condanna mostri come non si tratti soltanto di un caso isolato, ma di un sistema a cui bisogna mettere mano per poterne cambiare lo stato attuale. Il senatore di Sel Giuseppe De Cristofaro non ha dubbi:

Per gli agenti vale una sorta di impunità a priori, per cui anche quando vengono considerati colpevoli le pene devono essere alleggerite. Ciò è del tutto inaccettabile e proprio questa perversa abitudine ha voluto denunciare, con la sua sentenza di condanna, la Corte europea.

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