Carla Caiazzo, bruciata viva dallʼex compagno: "Volevo mollare, abbandonarmi ai dolori"
"E' stata mia figlia a darmi la forza di andare avanti", racconta a Quarto Grado
L'undicesima operazione chirurgica a cui si è sottoposta per ricostruire il suo corpo sfigurato dalle ustioni è durata sette ore.
Carla Caiazzo, la donna incinta bruciata viva dall'ex compagno a Pozzuoli in provincia di Napoli, racconta il suo calvario. "Volevo mollare, abbandonarmi a questi dolori. Per me è stato un inferno solo per i dolori", ha raccontato ai microfoni di Quarto Grado.
"Voleva ammazzarci. Lui sapeva bene che eravamo in due, una bambina di otto mesi che poi è nata", specifica Carla, rimasta in coma venti giorni dopo essere stata aggredita il primo febbraio scorso dall'ex compagno Paolo Pietropaolo. L'uomo, in preda alla gelosia, ha picchiato selvaggiamente la donna, per poi cospargerla di una miscela di alcol e benzina e darle fuoco. Una vicenda che ha indignato profondamente l'opinione pubblica, che ora si sta mobilitando per pagarle le costose spese mediche. Durante tutta l'aggressione, la donna si è protetta la pancia con il braccio destro, non riuscendo a ripararsi il viso.
Carla si trovava a fine gravidanza, e in questo modo è riuscita a salvare la bambina in grembo. Al risveglio dal coma, è stata proprio sua figlia a darle la forza di reagire: Giulia è stata fatta nascere dai medici subito dopo il terribile fatto che ha coinvolto la madre. E ora è scattata per lei anche una gara di solidarietà: una raccolta fondi per pagarle gli interventi a cui si dovrà ancora sottoporre.