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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il racconto / Bolzano

"Venti ore sotto la neve, sapevo che non dovevo addormentarmi: sarebbe stata la fine"

Carluccio Sartori è lo scialpinista veneto, originario della provincia di Rovigo, travolto da una valanga lo scorso 26 gennaio e che ora si sta riprendendo nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Bolzano. Il suo drammatico racconto

"La notte è stata tremenda. Avevo tanta paura, non volevo morire. Sapevo che non dovevo mollare, sapevo che non dovevo assolutamente addormentarmi, altrimenti sarebbe stata la fine". Comincia così il drammatico racconto di Carluccio Sartori, lo scialpinista veneto sopravvissuto, la scorsa settimana, in val Badia per per più di venti ore sotto una valanga. "Non sono credente" - confessa ora parlando con l'Ansa - "ma quella notte ho pregato mia madre". Il 54enne è tuttora ricoverato in terapia intensiva a Bolzano, ma sta bene.

"Quando la valanga si stava per fermare, ho iniziato a nuotare, per restare a galla, ma ero molto limitato nei movimenti, una spalla mi faceva male e lo zaino mi ostacolava", prosegue il drammatico racconto. Appena la slavina si è fermata, Sartori con l'unico braccio libero ha buttato via la neve sopra di lui e, dopo una profonda boccata d'aria, ha iniziato a formare una sorta di imbuto nella neve. "Ho chiamato aiuto, ma nessuna risposta".

Carluccio Sartori sa che in casi del genere chi si addormenta è perso: "Per questo motivo per tutta la notte ho fatto una sorta di micro ginnastica, muovendo sistematicamente un arto dopo l'altro, come riuscivo sotto la neve". Dopo tante ore, grazie al calore del corpo, la neve si è staccata e il 54enne è riuscito a fare movimenti sempre più ampi e, a un certo punto, ha liberato anche l'altro braccio. "Non dimenticherò mai il rumore dell'elicottero. Quando ho visto i soccorritori mi sono rilassato. Andrò a trovare i ragazzi", dice.

Sartori ringrazia anche i medici e gli infermieri del reparto di rianimazione di Bolzano, diretti dal primario Marc Kaufmann che questo inverno ha già salvato cinque pazienti in grave stato di ipotermia, anche grazie alla macchina cuore-polmoni Ecmo. A questo punto basta pelli di foca? "A casa mi ucciderebbero se dicessi che farò ancora scialpinismo, perciò davanti alla telecamera dico 'basta'", risponde ridendo. Carluccio ha vinto la sua battaglia e sa di essere "molto, ma molto fortunato". "Per tutta la vita quando vedrò le stelle e il grande carro penserò a quella notte", conclude.

Lo scialpinista sopravvissuto (Foto Instagram Carluccio Sartori)

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