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Martedì, 19 Marzo 2024
La sentenza / Roma

Il clan Casamonica è mafia

Il maxi processo si conclude con più di 40 condanne: i giudici hanno riconosciuto l'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all’estorsione, l’usura e detenzione illegale di armi

La sentenza è arrivata: il clan dei Casamonica è mafia. A stabilirlo sono stati i giudici della Decima sezione penale del tribunale di Roma che hanno emesso nell'aula bunker di Rebibbia, dopo sette ore di camera di consiglio, la sentenza di condanna a carico di 44 imputati con accuse che vanno a vario titolo dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi. Presente in aula alla lettura della sentenza, dopo 7 ore di camera di consiglio, anche il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Ilaria Calò.

Il maxi processo contro i Casamonica

Al processo si è arrivati dopo gli arresti compiuti dai Carabinieri del Comando provinciale di Roma nell'ambito dell'indagine 'Gramigna', coordinata dal procuratore di Roma Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Giovanni Musarò e Stefano Luciani.

Condannato il clan Casamonica: riconosciuta l'associazione mafiosa

Il pm Musarò in aula nella sua requisitoria dello scorso maggio aveva citato anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Massimiliano Fazzari e Debora Cerreoni che hanno descritto la struttura e le modalità con cui agiva il clan. Nell'ambito della stessa inchiesta, a fine 2019 quattordici esponenti erano stati condannati in abbreviato e altri tre hanno scelto il patteggiamento.

Le pene richieste

Condanne per oltre 400 anni di carcere sono state emesse dai giudici della Decima sezione penale del tribunale di Roma nel maxi processo che vedeva imputate 44 persone affiliate al clan dei Casamonica e accusate di reati che vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi.

La domanda di pena più alta, 30 anni di carcere, era per i capi dell'organizzazione, tra cui Giuseppe, Luciano e Domenico Casamonica. Chiesti invece 26 e 25 anni per Domenico e Ottavio Spada e 25 anni per Guerrino Casamonica. Il pubblico ministero Musarò nella sua requisitoria dello scorso maggio quando chiese 630 anni di carceri complessivi per il clan, citò anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Massimiliano Fazzari (ex affiliato) e Debora Cerreoni (moglie di Massimiliano Casamonica, membro di spicco del clan e "gagè", mai accettata dal clan seppur parte integrante del gruppo) che hanno descritto la struttura e le modalità con cui agiva il clan. I rinviati a giudizio, a inizio processo, erano stati 63: a fine 2019 altri 14 imputati (tra cui la Cerreoni) erano stati condannati con rito abbreviato, mentre in tre (tra cui Fazzari) hanno scelto il patteggiamento.

"Una sentenza importante"

'E' una decisione molto importante che conferma la validità dell'impostazione data dalla Dda e la serietà del lavoro svolto dalla Procura e dalla Polizia Giudiziaria in questi anni''. Così il procuratore aggiunto della Dda di Roma Ilaria Calò dopo la sentenza che ha riconosciuto nel maxiprocesso Casamonica l'accusa di mafia per il clan. Calò ha assistito alla sentenza in aula bunker a Rebibbia insieme ai pm Giovanni Musaro' e Stefano Luciani.

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