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Venerdì, 26 Aprile 2024
Delitto Brescia

Giallo di Marcheno, Ghirardini ucciso da un'esca da caccia

E' stata un'esca in silicato, in commercio negli anni '70, ad uccidere l'operaio della fonderia Bozzoli. Possibile che l'uomo avesse conservato quel veleno tra le attrezzature da caccia?

E’ stata un’esca in silicato ad uccidere Giuseppe Ghirardini, l’operaio della fonderia di Marcheno trovato morto a Ponte di Legno il 18 ottobre, dieci giorni dopo la scomparsa del suo datore di lavoro, Mario Bozzoli.

Gli inquirenti hanno mostrato le foto della capsula di 4 centimetri per 2 a forma di "casoncello" trovata nello stomaco di Ghirardini. Si tratterrebbe di un’esca per animali selvatici in commercio fino alla fine degli anni 70.

Possibile dunque che Ghirardini, appassionato cacciatore, avesse conservato la capsula tra le sue attrezzature di caccia? Le indagini degli inquirenti si stanno concentrando proprio sulla provenienza del veleno. 

Secondo fonti vicine all'indagine riportate da Chi l'ha Visto, il cianuro che ha ucciso Ghirardini non è reperibile in commercio. Si è appreso però, che in alcune aziende della Valtrompia, si utilizza proprio questo tipo di veleno. Aziende che si occupano di trattamenti sulle superfici metalliche.

E del cianuro è stato trovato in alcuni bocconcini avvelenati che pochi mesi fa hanno fatto una strage di cani proprio in Valtrompia. Secondo alcune fonti il cianuro verrebbe inoltre usato per uccidere degli animali malati o feriti.

Un'ipotesi, quella del suicidio, respinta con forza dai familiari dell'uomo.

"Mi voleva troppo bene, era una persona troppo speciale. Se avesse avuto un segreto ce lo avrebbe detto perché Beppe era un libro aperto", ha confidato a Chi l'ha Visto la sorella dell'operaio.

D’altra parte, spiegano i parenti, se Giuseppe ha ingerito volontariamente quel veleno, perché scegliere una morte così dolorosa? E perché andare a morire a 120 chilometri da casa?. "Se Beppe avesse voluto farla finita, da buon cacciatore, poteva provvedere in maniera diversa, senza soffrire inutilmente", raccontano i parenti. 

DOPO LA MORTE QUALCUNO USO' IL SUO TELEFONO

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L'operaio a Natale avrebbe finalmente rivisto il figlio (che vive in Brasile con l'ex moglie), e non aveva dunque motivi per togliersi la vita. E forse proprio questa circostanza potrebbe spiegare le otto telefonate fatte all’ex moglie in Brasile prima di scomparire. 

"Non crediamo al suicidio sapendo che Beppe era un uomo solare pieno di vita - raccontano le sorelle dell’uomo - non vedeva l’ora che arrivasse il Natale, visto che avrebbe riabbracciato il figlio dopo 5 anni,le telefonate intercorse infatti con la moglie, che vive in Brasile, avvenivano proprio per la preparazione dei documenti per far tornare in Italia il figlio".

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