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Giovedì, 25 Aprile 2024
CASO CUCCHI

Caso Cucchi, il processo arriva in Cassazione: "Assolvere agenti, non i medici"

All'esame dei supremi giudici il primo processo che riguarda la morte del geometra romano. Nell'ultima sentenza tutti gli accusati furono assolti, medici e agenti di polizia. In aula la famiglia di Stefano, che ha rinunciato al ricorso nei confronti degli agenti

ROMA - Il caso Cucchi è arrivato davanti alla Cassazione e ora a decidere saranno i giudici della quinta sezione penale: annullare o confermare la sentenza di assoluzione per gli imputati coinvolti nella morte di Stefano, il geometra romano deceduto una settimana dopo il suo arresto nel 2009. Intanto va avanti l'inchiesta bis della procura di Roma che ha iscritto - a diverso titolo - cinque carabinieri nel registro degli indagati nel fascicolo aperto sulla morte del giovane.

IL PROCESSO - Un processo lungo, difficile e pieno di ombre e complicazioni. Quello che i familiari chiedono è fare luce su quanto è accaduto oramai sei anni fa. Il procuratore generale della Cassazione Nello Rossi ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'assoluzione di cinque medici prosciolti in appello, insomma un nuovo processo per il personale del Pertini: Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo. Così si accoglierebbe il ricorso del pg di Roma Mario Remus in relazione all'accusa di omicidio colposo. Confermata invece l'assoluzione della dottoressa Rosita Caponetti già prosciolta per falso ideologico. 

Per quanto riguarda i tre agenti di polizia penitenziaria coinvolti nel processo, il pg ha invece chiesto di confermare l'assoluzione: "La verità va ricercata altrove. Non c'è certezza sulle cause della morte, quindi non è possibile accertare alcuna responsabilità. Non c'è alcun dubbio di natura oggettiva che le violenze subite da Stefano Cucchi sono state poste in essere in un arco di tempo che va dalla perquisizione notturna a casa dei genitori di Cucchi (dove Stefano è arrivato ancora illeso) alla fine della sua permanenza a piazzale Clodio per la convalida del suo arresto" queste le parole con cui Rossi ha concluso la sua requisitoria. 

Ilaria Cucchi al tribunale di Roma | Foto da Infophoto

MORTO NELLE MANI DELLO STATO - Il problema è che Stefano è morto nelle "mani dello Stato", come più volte sottolineato dai familiari e dalle realtà che nel tempo hanno seguito il caso. L'associazione "Medici per i diritti umani" ha mostrato con un'indagine indipendente come la "causa della morte fossero le percosse". Un dato sottolineanto anche dal pg Rossi: "Lo avevano arrestato e ne avevano limitato la libertà ma che proprio in ragione di questo potere avevano l'assoluto dovere di custodirne l'integrità fisica e di rispettarne la dignità". 

In aula insieme all'avvocato Fabio Anselmo c'è la famiglia Cucchi: il padre Giovanni e la sorella Ilaria, che in questi anni è sempre stata in prima linea per chiedere verità e giustizia. Le sue idee sono chiarissime, dopo anni di processi e udienze: "Mio fratello è stato torturato. Introdurre in italia una legge contro la tortura e chiamarla legge Cucchi sarebbe un sogno. Il significato che forse, alla fine, tutto ha avuto senso" ha spiega la Cucchi ai microfoni di Radio Cusano. "L'assoluzione totale sarebbe uno schiaffo alla giustizia" ha detto il padre di Stefano, Giovanni Cucchi. 

LA FAMIGLIA IN AULA - In totale gli imputati sono 12: sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria. In primo grado solo sei medici furono condannati per omicidio colposo ma la Corte d'appello li ha assolti. Prendendo la parola per l'arringa, l'avvocato Fabio Anselmo che rappresenta i familiari di Stefano, ha annunciato la rinuncia al ricorso presentato contro l'assoluzione in appello di tre agenti della polizia penitenziaria. "Registriamo le richieste del procuratore generale e prendiamo atto - ha spiegato il difensore dei Cucchi - dell'avvio di una nuova indagine della Procura di Roma finalizzata all'individuazione dei responsabili di quello che la stessa procura non esita a definire 'un violentissimo pestaggio'". La famiglia Cucchi non aveva invece impugnato in Cassazione le assoluzioni dei medici dell'Ospedale Pertini: con essi, infatti, è già intercorsa una transazione.

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