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Venerdì, 29 Marzo 2024
Giustizia

Caso Magherini, l'appello di Manconi: "Si indaghi sulla sua morte, non sulla sua vita"

Ricostruite le comunicazioni tra militari e operatori sanitari il 3 marzo, nella notte della morte dell'ex calciatore. Partono le denunce contro carabinieri e paramedici ma sono ancora tante le ombre sul caso. Ne parliamo col senatore Luigi Manconi

Sono passati pochi giorni da quando in Senato il senatore Luigi Manconi insieme all'avvocato Fabio Anselmo hanno mostrato le immagini inedite del fermo di Riccardo Magherini, l’ex calciatore della primavera della Fiorentina morto la notte tra il 2 e il 3 marzo scorso a Firenze, dopo un fermo dei carabinieri.

Un video atroce, in cui si sente l'uomo chiedere aiuto ripetutamente. Intanto è stato possibile anche accedere alle telefonate tra carabinieri e 118 dalla prima, fatta dai militari all'una e ventuno del 3 marzo, fino a quando il medico arrivato in seguito comunica alla centrale del pronto soccorso che Riccardo è in arresto cardiaco.

Emerge (da quanto si legge su Repubblica) che il 17 marzo il pm Luigi Bocciolini, incaricato delle indagini, avrebbe mandato all’allora legale della famiglia Magherini, Luca Bisori, una mail privata in cui si paventava la denuncia di almeno uno dei carabinieri per percosse:

“Sotto il profilo del segreto investigativo, Le rappresento la situazione: vi è in fondato motivo di ritenere che almeno uno dei militari intervenuti abbia colpito il ragazzo con dei calci al fianco mentre era a terra ammanettato. Non appare essere, allo stato, una condotta influente sotto il profilo eziologico con l’evento “morte”, ma le indagini proseguono per individuare il militare (quanto meno sussiste l’art. 581 c.p., percosse)”

Parole che vengono smentite poco più di un mese dopo da una nota stampa diffusa a poco tempo dall'incontro in Senato, e che è attribuibile alla Procura di Firenze, in cui si afferma che 'non ci sono state violenze' e che ciò sarebbe deducibile dai risultati dell'autopsia. Un cambiamento di atteggiamento che ha lasciato "basito" l'avvocato della famiglia Magherini, Fabio Anselmo. Dal 24 aprile, quando in Senato sono state mostrate le immagini del fermo di Magherini qualcosa è cambiato. Ma che cosa? Lo chiediamo al senatore del pd e presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani Luigi Manconi. Oltre ad aver promosso quell'evento si è anche sbilanciato rispetto al caso, definendo più volte l'azione dei carabinieri quella notte 'fuori procedura'.

In qualche modo diffondere quelle immagini da quella sala stampa è servita a fare maggiore pressione su chi si sta occupando delle indagini?

"Non conosco sentimenti e riflessioni di chi si occupa delle indagini. So che è stato necessario farlo perché la vicenda ha avuto una dimensione locale e doveva avere una maggiore possibilità di essere conosciuta. Temiamo che in qualche modo segnali un pericolo e possa adombrare una sorta di modalità di comportamento delle forze dell'ordine che va segnalata"

L'avvocato che si sta occupando del caso, Fabio Anselmo, ha presentato al Tribunale di Firenze una denuncia nei confronti dei paramedici e dei carabinieri presenti durante gli ultimi istanti di vita di Riccardo Magherini. Avevate ribadito insieme più volte che ci sono tutti gli estremi per delle azioni legali nei confronti di questi soggetti. Ci sono gli estremi per delle azioni disciplinari nei confronti della Procura?

"Non bisogna correre troppo. Io presenterò un'interrogazione parlamentare per sottolineare un comportamento della Procura di Firenze che trovo singolare. Sono poi gli organi titolari del controllo di legalità della magistrature che decideranno se ci sono questo tipo di condizioni. Quello che ho fatto è stato segnalare tre anomalie. La prima riguarda la comunicazione del pm Luigi Bocciolini all'ex legale della famiglia Magherini del'intenzione di perseguire 'almeno un carabiniere': se questa mail non verrà attribuita a un hacker, il pm scrivendola ha avuto un comportamento gravemente scorretto. La seconda anomalia è speculare alla prima: nel comunicato attribuibile alla Procura si afferma che non vi fossero state violenze. Quindi prima si dice che ci sono state e successivamente no. La terza invece riguarda l'aver affermato che i risultati dell'autopsia avrebbero dimostrato alcune cose senza che questi venissero ufficializzati e tanto meno trasmessi ai familiari"

Anselmo si è detto 'basito' dall'atteggiamento della Procura di Firenze e ha definito le dichiarazioni della nota stampa 'curiose' perché sembravano dirette 'all'opinione pubblica, dimenticando che della vicenda ci sono molti testimoni'.

"Quello che sappiamo è che c'è una persona in stato confusionale al seguito dell'assunzione di sostanze stupefacenti che chiede soccorso ripetutamente. Dopo un fermo la cui dinamica va accertata fino in fondo e di cui si possono sospettare una serie di elementi che raffigurano abusi, quest'uomo è morto. Il problema è indagare sulle cause della morte e non sulla sua vita. Né io né i suoi familiari abbiamo mai contestato che le sostanze stupefacenti fossero state assunte. E' stata una delle prime cose che ho sottolineato in conferenza stampa perché è un dato acclarato. Sono gli altri dati che necessitano chiarezza. Però se si insiste sul fatto che fosse un drogato allora sì, siamo al meccanismo di doppia morte: prima quella fisica e poi la degradazione e mistificazione della biografia della vittima"

In qualche modo il caso Magherini sta avendo una risonanza più immediata rispetto ad altri casi. Cucchi ha dovuto aspettare di più per una seconda autopsia e all'inizio del caso Aldrovandi neppure ne parlavano tutti i giornali locali. Che cosa c'è di diverso stavolta?

"La vicenda di Federico Aldrovandi è stata un punto di svolta. Nonostante la cortina di nebbia, la determinazione della madre Patrizia Moretti ha portato anche alla verità giudiziaria dopo che la verità dei fatti era stata già ricostruita. Forse tutto questo ha reso più sensibile l'opinione pubblica. Mi auguro che su queste vicende ci sia davvero una maggiore sensibilità e determinazione da parte dei familiari delle vittime. Temo però che altri casi siano ancora ignoti o addirittura dimenticati"

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