Regeni, "Così Il Cairo spiava l'Italia" e Roma dice "stop al turismo" in Egitto
Fallito il vertice tra magistrati e investigatori, la tensione tra Italia ed Egitto sale: Roma pensa di sospendere alcuni accordi bilaterali, come quelli tra università. Casini: "Egitto nella 'lista nera' dei paesi pericolosi per la Farnesina"
Caso Regeni: la tensione tra Roma e Il Cairo contina a salire. Il vertice è stato un fallimento, i documenti ancora non sono stati consegnati alle autorità italiane, l'ambasciatore è stato richiamato e ora di pensa a misure più drastiche. Una di queste l'ha proposta il presidente della Commissione esteri del Senato, Pierferdinando Casini: "Esaurito l'elenco delle misure simboliche - spiega - bisognerà adottarne di nuove. Per esempio, si potrebbe inserire l'Egitto nella 'lista nera' dei paesi pericolosi compilata dalla Farnesina, sconsigliarlo come meta per i nostri turisti e ricercatori".
Sul Corriere della Sera invece Fiorenza Sarzanini scrive che le prossime mosse potrebbero essere "uno 'sconsiglio' formale a recarsi per turismo in Egitto e la sospensione di alcuni accordi bilaterali, compresi quelli tra università. Ma anche la richiesta a organismi internazionali come l`Onu o la Banca Mondiale affinché stigmatizzino l`atteggiamento del Cairo riguardo al rispetto dei diritti umani".
Tutte possibilità che dovranno essere esaminate dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che dovrà decidere quali saranno le prossime mosse del nostro Paese nel confronti del Cairo e del governo di Al Sisi.
"EGITTO MONITORA ITALIA" - Nuove indiscrezioni arrivano dai media. Secondo il quotidiano La Repubblica Il Cairo avrebbe monitorato per otto settimane il nostro team investigativo sul caso, subito dopo la morte di Regeni. Al Cairo erano stati inviati tre uomini dello Sco della polizia e tre del Ros dei carabinieri. Secondo quanto riferisce il quotidiano, la "cooperazione" da parte degli organi della polizia egiziana sarebbe stata praticamente nulla.
