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Mercoledì, 24 Aprile 2024
SENTENZA DIAZ / Genova

Diaz, la Cassazione: "Le violenze della polizia hanno screditato l'Italia in tutto il mondo"

Depositate le motivazioni della sentenza che ha decapitato gli ex vertici della polizia per le violenze durante il G8 di Genova

ROMA - "Le violenze perpetrate dalla polizia nel corso dell'intervento presso la scuola 'Diaz-Pertini' durante il G8 di Genova 2001 sono state di una gravità inusitata, che prescinde dal loro esito lesivo, già di per sé rilevante, se si considera il numero delle persone ferite ed in particolare quello delle persone che hanno subito gravi lesioni". E' quanto scrive la Cassazione nelle motivazioni della sentenza sulla Diaz.

I giudici della quinta sezione penale della Cassazione, il 5 luglio scorso, decisero di confermare le condanne per gli ex vertici della polizia coinvolti nell'assalto alla scuola Diaz, dove alloggiavano i no-global e dichiararono prescritti i reati di lesioni gravi nei confronti di alcuni agenti imputati.

Per la Cassazione "l'assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all'evidenza inermi così da potersi dire che s'era trattato di violenza non giustificata, punitiva, vendicativa e diretta all'umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime. Puro esercizio di violenza quindi".

I poliziotti che fecero irruzione alla scuola Diaz - si legge ancora nella sentenza - "si erano scagliati sui presenti, sia che dormissero, sia che stessero immobili con le mani alzate, colpendo tutti con i manganelli e con calci e pugni, sordi alle invocazioni di non violenza provenienti dalle vittime, alcune con i documenti in mano, pure insultate al grido di bastardi".

"L'esortazione rivolta dal capo della polizia, Gianni De Gennaro, (a seguito dei gravissimi episodi di devastazione e saccheggio cui la città di Genova era stata sottoposta) ad eseguire arresti, anche per riscattare l'immagine della polizia dalle accuse di inerzia, ha finito con l'avere il sopravvento rispetto alla verifica del buon esito della perquisizione stessa". Lo sottolinea la Cassazione rilevando che l'irruzione alla Diaz fu condotta con "caratteristiche denotanti un assetto militare". La Suprema Corte parla anche di preordinato e "falso quadro accusatorio ai danni degli arrestati, realizzato in un lungo arco di tempo tra la cessazione delle operazioni e il deposito degli atti in Procura".
 

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