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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Genova

Genova, perché il ponte Morandi è crollato?

Gli esami sulla struttura saranno molto lunghi. Molti esperti escludono che il ponte possa essere crollato per la forte pioggia o per un fulmine

"Qui c'è da accertarsi del perché è successo e perché in quel momento. Quindi se e quando ci sono state eventualmente le cause scatenanti. Noi ci sentiamo, ma questa non è una certezza matematica, di escludere qualsiasi tipo di accidentalità perché è un'opera umana e stiamo verificando questo insieme alle forze di polizia giudiziaria". Lo ha detto ai cronisti il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, parlando all'arrivo in prefettura a Genova dopo il sopralluogo effettuato questa mattina sul luogo della tragedia di Ponte Morandi, sulla quale è stata aperta ieri un'inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo condotta dai pm Francesco Terrile e Walter Cotugno.

I nomi delle vittime

"C'è un'attività di soccorso e di possibile individuazione di ulteriori eventuali vittime o feriti che stanno portando avanti vigili del fuoco e Usar -ha precisato il procuratore capo di Genova- Non si sa per quanto tempo questa attività proseguirà. Il fascicolo d'inchiesta è stato aperto: nell'ambito di questo gli uffici stanno rilasciando i nulla osta per consentire poi l'effettuazione delle esequie. Poi c'è una parte importantissima sull'agibilità dei luoghi, la messa in sicurezza e noi faremo il possibile per salvaguardare le esigenze delle indagini con quelle di messa in sicurezza del sito". "C'è un'attività di esame di medicina legale delle salme -ha concluso Cozzi- poi di rilascio dei nulla osta da parte della Procura, poi c'è l'indagine che sta svolgendo la polizia di stato che si affianca all'attività di soccorso dei vigili del fuoco e poi si valuteranno gli elementi da acquisire da parte dei nostri uffici".

Perché il ponte è crollato?

Non è possibile al momento sapere perché il ponte sia caduto. Tantomeno ci sono certezze, gli esami sulla struttura saranno molto lunghi e complessi. Molti esperti escludono però che il ponte possa essere crollato per la forte pioggia o per un fulmine (quest’ultima è un’ipotesi fatta anche da alcuni dirigenti della società che gestiva il ponte in seguito ad alcune testimonianze). Ora la priorità è accertarsi che non vi sia più nessun corpo tra le macerie. 

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"Ipotesi perdita appoggio campata centrale"

"Un'ipotesi plausibile, visto il filmato della caduta del ponte, è che si sia persa la campata centrale appoggiata da un lato sulla pila 9 e dall'altro sulla pila rimasta in piedi; che abbia perso l'appoggio sulla pila 9 e quindi sia andata giù eccitando dinamicamente la pila". A parlare con l'Adnkronos è Giuseppe Mancini, in pensione da pochi mesi, già Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, in teoria e progetto dei ponti.

"La pila -dice Mancini- non era progettata per questa condizione estrema e quindi si è rotta". Ma cosa può aver indotto la perdita di appoggio? "La vibrazione indotta dalla combinazione di vento e pioggia, che si manifesta quando c'è pioggia intensa e vento anche non troppo elevato -spiega il professore- Perché l'acqua che cade forma una specie di torrente che si stacca e va a terra; quando si stacca la massa cambia repentinamente e lo strallo oscilla. Queste oscillazioni possono essere aumentate dal vento. Ciò può aver comportato una variazione di geometria; si muoveva la zona di appoggio delle travi, è uscita dall'appoggio ed è caduta da un lato". Se questo fosse il motivo, si tratterebbe, secondo Mancini, di un difetto di progettazione "perchè a quell'epoca nessuno sapeva cosa fosse il fenomeno, scoperto nel ponte di Rotterdam solo successivamente". E sul fatto che si potesse scoprire il problema, il professore non ha dubbi: "Su un ponte con stralli in calcestruzzo non era possibile vederlo, se fosse stato con stralli in acciaio sarebbe stato diverso, perché sono molto numerosi ed a breve distanza", conclude.

Supporto ai familiari delle vittime e agli sfollati

Proseguirà anche nei prossimi giorni il lavoro dei 54 operatori delle squadre speciali SMTS e dei volontari del Comitato CRI Regione Liguria e Lombardia sul luogo del crollo del Ponte Morandi a Genova. Una quindicina gli operatori del Servizio Psicosociale (SeP) che, invece, stanno fornendo tutto il supporto necessario ai familiari delle vittime, alle centinaia di sfollati e ai volontari che stanno scavando nella zona rossa. "Abbiamo immediatamente allestito un punto di raccordo per i familiari delle vittime, cercando di dare loro informazioni, ma soprattutto supporto e ristoro", ha spiegato Daniela Calabrese, referente regionale SeP Liguria.

"In Italia migliaia di ponti hanno superato la durata di vita per cui sono stati progettati"

"Abbiamo fatto capire loro l'importanza di riposare, tranquillizzandoli, per quanto possibile, sul fatto che li avremmo immediatamente informati di eventuali notizie", ha proseguito Calabrese. "Tuttavia, c'è stata una mamma che non si è voluta spostare dalla zona rossa ed è rimasta lì tutta la notte, in attesa che estraessero il corpo del figlio". Nonostante l'alto livello di preparazione, anche tra i volontari c'è stato qualcuno che ha necessitato di aiuto psicologico: "Non si è mai preparati fino in fondo per estrarre corpi di bambini dalle macerie". Anche per questo, sono stati allestiti un presidio fisso e un punto mensa in supporto delle nostre squadre speciali, dei volontari e di tutto il personale al lavoro nella zona del Ponte Morandi.

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