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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Milano

Le 400 cause pronte a Milano per le persone lasciate morire durante il lockdown

Le tante denunce arrivate sulle scrivanie degli studi specializzati: si incolpano le strutture o i dottori per non aver curato adeguatamente i propri familiari

"Sono cause legali contro singoli operatori sanitari o contro gli ospedali. A esporle sono soprattutto familiari di pazienti che hanno perso la vita dopo essersi ammalati di Covid-19". Con queste parole Giuseppe Deleo, chirurgo e socio fondatore di Amla (Associazione medico-legale ambrosiana), spiega all'agenzia di stampa Dire le tante denunce arrivate sulle scrivanie degli studi specializzati: si incolpano le strutture o i dottori per non aver curato adeguatamente i propri familiari. Secondo l'Ordine dei medici sarebbero quasi 400 le cause intentate.

Le 400 cause pronte a Milano per le persone lasciate morire durante il lockdown

"Non si tratta ancora di cause", risponde Deleo. "Sono soltanto pareri che gli avvocati- o direttamente i parenti delle vittime- ci chiedono". È una prassi consolidata, infatti, quella di interpellare i medici legali per capire se sussista realmente una colpa. "In molti di questi casi che ci stanno presentando una responsabilità imputabile al medico o all'ospedale non c'è", sentenzia l'avvocato Giuseppe Badolato. Dall'inizio della pandemia, al suo studio sono arrivate una trentina di denunce. "Soprattutto durante i primi mesi", precisa. Ma i presupposti per parlare di una responsabilità civile mancano: quando è scoppiata la pandemia, i riferimenti bibliografici riguardo al nuovo coronavirus erano pochissimi e non esistevano linee guida. "Siamo stati travolti tutti da qualcosa di completamente sconosciuto", ricorda Deleo.

Si colpevolizzano gli ospedali per un ventilatore non disponibile o per i numeri ridotti dei posti letto in terapia intensiva. "Le denunce di questo tipo sono molte. Ma è difficile dire che la responsabilità sia delle strutture sanitarie. Forse si potrebbe pensare di portare avanti una causa contro le singole Regioni o contro il governo. So che qualche associazione si sta muovendo in questo senso", sottolinea Deleo. Ai medici di base viene imputato, molto spesso, di non aver capito sin da subito che tipo di malattia avessero davanti. "In un caso che ho letto poco fa viene chiesto un risarcimento perché la diagnosi è arrivata troppo tardi", racconta Arnaldo Migliorini, medico legale in uno studio milanese. Anche lui conferma che la maggior parte di questi casi "non sussiste, perche' in quei mesi ci trovavamo in una situazione emergenziale". Il rischio è che si possa approfittare della situazione per raggirare parenti afflitti dalla perdita di un proprio caro.

"È una possibilità concreta", conferma Deleo. In rete sono diversi gli annunci che pubblicizzano ipotetici risarcimenti per cattiva assistenza. Suggerisce Migliorini: "È probabile che alcuni studi o associazioni stiano raccogliendo le denunce e aspettino a presentarle per far in modo che scemi la solidarietà nei confronti dei medici". Fino ad ora il sistema ha retto e soltanto dove c'era un evidente possibilità di colpa medica si è andati avanti. "Quando a inizio marzo sono iniziate a moltiplicarsi le richieste di pareri e interventi, l'Ordine dei medici e quello degli avvocati della Lombardia hanno chiesto espressamente ai propri iscritti di attenersi al rispetto dei principi deontologici ed etici", spiega Deleo. L'auspicio è che si continui a evitare l'arrivo in tribunale di cause senza nessun fondamento giuridico. Conclude Badolato: "Bisogna comprendere il dolore delle persone. Ma non si deve prendere in giro nessuno".

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