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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Cecilia Marogna: la Dama del Cardinale arrestata perché ha speso i soldi della Chiesa in borsette di lusso

12mila euro sarebbero stati sborsati da Poltrona Frau, 2200 da Prada, 1400 da Tod's, 8mila da Chanel. "Dopo tanto lavoro penso di aver diritto di comprarmi una poltrona", aveva spiegato lei

In un'intervista aveva smentito di aver usato i soldi della Chiesa per fare shopping. Cecilia Marogna, la 39enne manager cagliaritana divenuta nota come la dama del cardinale per il rapporto fiduciario che la legherebbe all'ex numero due della Segreteria di Stato vaticana, il cardinale Angelo Becciu, è stata arrestata ieri dalla Guardia di Finanza su ordine degli inquirenti vaticani che hanno emesso un mandato di cattura internazionale attivando l'Interpol. Nel mirino degli inquirenti vaticani sarebbero finiti bonifici per mezzo milione di euro ricevuti dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e finiti, quasi per la metà, nell'acquisto di borsette, cosmetici e altri beni di lusso da Frau: "Dopo tanto lavoro penso di aver diritto di comprarmi una poltrona", aveva spiegato lei.

Cecilia Marogna: la Dama del Cardinale arrestata

Marogna, che sarebbe in possesso di una lettera firmata da Becciu che la accredita come persona di sua fiducia, avrebbe ricevuto il denaro in diverse tranche tra il dicembre 2018 e il luglio 2019 sul conto corrente della Logsic d.o.o., la società, con sede a Lubiana, di cui è amministratrice. Versamenti tutti con causale "contributo per missione umanitaria". Di quei circa 500mila euro, però, quasi 200mila sarebbero stati spesi in vestiti, ristoranti e lussuosi accessori (tra l'altro 12mila euro da poltrone Frau, 2.200 da Prada, 1.400 da Tod's, 8mila da Chanel). Peraltro, la stessa Logsic si sarebbe rivelata una società fantasma, tanto che nel palazzo di Lubiana indicato come sede le Iene hanno trovato solo una casella postale - condivisa con altre cinque società - , e un ufficio chiuso senza nemmeno la targhetta. I bonifici in questione sarebbero stati firmati quando a Becciu era già succeduto come Sostituto agli Affari generali mons. Edgar Pena Parra, ma sarebbe stato proprio l'ex prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi a chiedere a monsignor Alberto Perlasca, all'epoca a capo dell'ufficio amministrativo della SdS (oggi indagato nell'inchiesta vaticana), di onorare gli accordi presi con la managing director della Logsic. 

La Marogna, presentatasi come esperta in relazioni diplomatiche e diplomazia parallela, sarebbe entrata in contatto con il cardinale nel 2016, proponendosi come mediatrice su crisi internazionali di vario genere. Becciu, dopo aver fatto filtrare alla luce delle notizie uscite di sentirsi "truffato" e pronto a sporgere denuncia nei confronti della signora, ha anche precisato, attraverso il suo legale, l'avvocato Fabio Viglione, che "i contatti con Cecilia Marogna attengono esclusivamente questioni istituzionali". Quanto a lei, ha rivendicato "il risultato di aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente per proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche", spiegando che "i fondi in Slovenia erano di garanzia per le operazioni in Africa". E sulle spese in beni di lusso ha chiarito alle Iene: "Era una po' una restituzione degli anticipi che io avevo utilizzato come mie risorse...". D'altra parte, "svolgo una professione sensibile, particolare, non è che noi paghiamo via bonifico o ritenuta d'acconto...", e, nei "due anni prima" dei bonifici, "ho anticipato risorse per 220mila pound...".

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Cecilia Marogna e i soldi della Chiesa usati per shopping

In una recente intervista, la manager cagliaritana aveva ammesso di avere ricevuto "500mila euro su 4 anni e incluso il mio compenso, i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree. I soldi sono giunti a tranche sulla mia società in Slovenia". In merito alle indiscrezioni, secondo le quali il denaro ricevuto è stato poi speso anche in shopping, la donna aveva replicato: "Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare con il presidente del Burkina Faso". Nella stessa intervista la donna ammetteva anche le conoscenze con il faccendiere Flavio Carboni e il massone dissidente Gioele Magaldi. Quanto invece ai rapporti con i Servizi, "sono di stima e collaborazione coi vertici".

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Foto da: Corriere della Sera

Lo scandalo sorto in merito alla gestione delle finanze in Vaticano vede al centro l’alto prelato sardo Angelo Giovanni Becciu, già Nunzio apostolico e sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato. Circa due settimane fa si è dimesso, dopo una udienza con papa Francesco, dalla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi, con la perdita delle prerogative da cardinale. E la Marogna aveva rilasciato il 7 ottobre un'altra intervista al Corriere della Sera: "I soldi? Venivano spesi in compensi professionali a meeai miei collaboratori, in spostamenti, spese vive. Una grossa parte dei 500 mila euro era quella rimasta su un conto poi chiuso per mancata movimentazione. I conti erano due, appoggiati sulla Unicredit di Lubjana. E le borsette e le poltrone in pelle? "Ho comprato solo prodotti italiani, tipo Tod’s e Poltrona Frau. Dopo tanto lavoro penso di avere il diritto di comprarmi una poltrona".

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