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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Anche l'olio rischia di essere inquinato: "Colpa della green economy"

Nell'Amiata-Val D'orcia in Toscana arriva lo spettro del disastro ambientale attraverso le centrali geotermiche, impianti di energia rinnovabile. Un problema che affligge il territorio, i suoi abitanti e la sua economia: "Chiediamo studi prima del via libera"

Nel 2010 il Governo Berlusconi attraverso alcuni provvedimenti legislativi avvia il programma di espansione degli impianti geotermici. Diversi sono gli incentivi statali che vengono erogati per la costruzione degli impianti.

L'energia geotermica viene generata per mezzo di fonti geologiche di calore e può essere considerata una forma di energia alternativa e rinnovabile. Si basa sullo sfruttamento del calore naturale del nostro pianeta, dovuto all'energia termica rilasciata in processi di decadimento nucleare naturale di elementi radioattivi quali l'uranio, il torio e il potassio, contenuti naturalmente all'interno del nucleo terrestre. E' quindi inseribile all'interno di quei progetti di Green Economy di cui tanto di sente parlare ultimamente.

Poco invece si parla di Greenwashing, un nuovo termine inglese che definisce l'ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende, industrie, entità politiche o organizzazioni con l'intento di creare di un'immagine positiva di proprie attività, distogliendo l'attenzione da proprie responsabilità nei confronti di impatti ambientali negativi.

Cosa c'entra questo con l'olio toscano? Una delle zone dove questi impianti sono stati avviati è il territorio della comunità montana dell'Amianta-Val D'Orcia, in toscana, nei pressi di Grosseto. Qui si produce l'olio extravergine toscano, uno dei simboli dell'agricoltura di qualità nel nostro Paese. Lo si fa per le qualità del suolo e le sue risorse naturali. Oltre che qui i progetti di impianti di geotermia sono pronti anche per altre regioni: Lazio, Umbria e Sardegna.

Gli abitanti di queste zone si sono organizzati fondando il SOS-Geotermia - Coordinamento dei movimenti per l'Amiata. Hanno così raccolto materiali, fatto studi con specialisti e portato tutto a Roma dove hanno dato vita a una giornata di mobilitazione con tanto di convegno e conferenza stampa alla Camera dei deputati. "Negli ultimi anni volendo lucrare sugli incentivi statali, le lobbies industriali hanno accorciato alcuni passaggi giuridici con emendamenti e noi ne stiamo pagando le conseguenze" dice Fausto Carotenuto, rappresentate dei comitati. Queste realtà chiedono al Governo Renzi una vera e propria moratoria per uno stop immediato degli impianti in Amiata e uno stop dei progetti già pronti per le altre regioni.

"Non si può generalizzare e definire la geotermia come una risorsa rinnovabile su scala nazionale. Sfrutta il calore della terra e varia da zona a zona come varia la carta geologica d'Italia - spiega Roberto Barocci anch'egli membro dei comitati toscani - L'Amiata da sempre si sa che è sede delle miniere di mercurio. Uno studio del CNR e della Regione Toscana ha sottolineato già come in questi anni sia già cresciuta la mortalità delle popolazioni di queste zone: +13% degli uomini con un picco di +30% per i soggetti affetti da patologie tumorali. Qui nel territorio c'è mercurio, arsenico e acido solforico naturalmente, il punto è che adesso si scava e tutto viene a galla. Le emissioni climalteranti concorrono in questo processo che ci sta uccidendo. Intanto il Parlamento con diverse decine di miliardi di euro sostiene questi progetti come energie pulite, in realtà più inquinanti delle centrali a carbone".

La moratoria che chiedono i comitati non si limita al blocco della produzione e di questi progetti: l'obiettivo è anche quello di dare avvio a una serie di studi geologici e geotermici per creare una mappatura che definisca i territori dove questo tipo di energia, se avviata, comporta rischi ambientali e per la salute. "Si facciano studi approfonditi per definire modalità e salvaguardie delle popolazioni, finora non consultate e che quindi vivono questo piano come un abuso" conclude Barocci.

Ad appoggiare le richieste dei comitati l'onorevole Adriano Zaccagnini della commissione Agricoltura, eletto con i 5 Stelle e approdato al Gruppo di Azione Popolare: "Quello che ci stanno propinando è un modello di geotermia per nulla compatibile, senza un approccio scientifico, visto che l'obiettivo è la speculazione. Non tutta la Green Economy è buona e ci salverà: alcune scelte fanno gli interessi delle multinazionali. Questo si chiama Greenwashing, una propaganda al contrario, che non tutela né l'ambiente né la società. Insomma né giustizia sociale né ambientale".

La causa dei comitati è stata anche sposata da Alberto Astor Rosa, intellettuale da sempre schierato con i movimenti ambientalisti in difesa di territorio e paesaggio: "Il contesto culturale e politico in ci muoviamo è indifferente: la politica sembra procedere su una linea di sviluppo e orientamento che prescinde dal luogo e dal modo con cui viviamo, dal Paese reale. Solo i comitati e iniziative così con forze intellettuali si schierino più dichiaratamente. Provvediamo a questo con la denuncia della distruzione e con alternative possibili".

Infine c'è l'aspetto che riguarda l'occupazione: alla centrale lavoreranno solo 40 addetti. A Monte Nero d'Orcia, borgo in provincia di Grosseto nella zona dell'Amiata, i suoi abitanti sono per la maggior parte specializzati nel settore agricolo e legati in questo senso al territorio. Una devastazione di questo per loro sarebbe come una nuova crisi economica. Qui si produce vino, olio e prodotti dell'agricoltura di qualità. Che adesso rischiano il disastro ambientale insieme ai loro abitanti.

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