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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Torino

Chiude il centro, residenti e volontari protestano: "Non mandate via i profughi"

Un gruppo di cittadini ha scritto al sindaco di Torino Chiara Appendino e al prefetto per chiedere la riapertura del centro, definito un "modello" di accoglienza. "Sarebbe una sconfitta", dicono

C'è chi alza le barricate per non far arrivare i profughi e chi invece scrive al prefetto e al sindaco per chiedere di non chiudere il centro di accoglienza.

Succede a Cavoretto, un borghetto sopra Torino, dove un gruppo di cittadini si oppone alla chiusura del centro che ospita 33 ragazzi provenienti da Africa e Pakistan, dopo che le due cooperative che gestiscono la struttura non hanno partecipato al bando per continuare l'attività. 

"Dopo i primi episodi di diffidenza - si legge nella lettera inviata al sindaco Chiara Appendino, al prefetto, alla Diocesi, alla Circoscrizione 8 e all'assessore al Walfare del Comune di Torino Sonia Schellino - si è costituita una rete, informale ma solida, di volontari , che ha coinvolto anche studenti delle scuole limitrofe in progetti di alternanza scuola lavoro, dedicato all'insegnamento agli ospiti dell'italiano e di altre materie per il conseguimento della licenza media. Tanto che alcuni di loro hanno anche partecipato ad iniziative quali il Salone del Libro e Terra Madre. Volontari mossi non solo da un impeto di solidarietà, ma dall'esigenza di sentirsi parte di una comunità.  Un 'modello' di accoglienza che ci spiacerebbe molto interrompere, per noi sarebbe una sconfitta".

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"Sono diverse le ragioni del successo del progetto. Innanzitutto, la scelta controcorrente (ma ragionevolissima) di istituire un centro di accoglienza in un quartiere mediamente non disagiato economicamente ha permesso, dopo i primi episodi di diffidenza, di smorzare le tensioni sociali fra gli ospiti e la popolazione che, in altre condizioni e a causa della crisi, sarebbero state di gran lunga più ostative", spiega la volontaria Grazia Raffaelli al quotidiano Avvenire.

Il progetto portato avanti dal centro, infatti, era basato sulla responsabilizzazione e cooperaezione dei giovani ospitati, sull'attivazione di corsi per il conseguimento del titolo di studio e soprattutto su attività che coinvolgessero l'intero quartiere con l'intento di eliminare così pregiudizi e disinformazione

Negli scorsi mesi, i migranti hanno si erano dedicati alla manutenzione del borgo di Vacoretto, ripulendolo, "in segno di riconoscenza per il quartiere che che da un anno ci ospita", aveva detto a giugno Adramet Barry, coordinatore del centro. Il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato, col loro c'era anche un gruppo di residenti in collina che si era prodigato per aiutarli nel processo di integrazione, come raccontava La Stampa.

I profughi ospitati nel centro potranno restare fino alla fine del mese, poi saranno smistati altrove.

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