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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'orrore

Nella chat filonazista minorenni pronti ad andare a combattere per il separatismo russo: 5 denunce

Le denunce sono il proseguo dell'inchiesta Shoah party del 2019, che portò alla denuncia di persone che si scambiavano via internet contenuti pedopornografici

C’era chi partecipava alla chat per sentirsi importante o chissà cosa, ma c’erano anche giovani che facevano sul serio perché secondo quanto ricostruito dalle forze di polizia, alcuni ragazzi parlavano di andare a combattere al fianco dei separatisti russi in Ucraina e forse facevano sul serio visto che, tra questi, c’era anche chi aveva cominciato a studiare il russo. 

La Procura per i Minori di Firenze ha scoperto una chat Whatsapp con un centinaio di persone, per lo più minorenni, che, da tutta Italia, esaltavano l'uso della violenza, della forza, della lotta armata, con affermazioni antisemite, razziste e discriminanti dal punto di vista sessuale. L’indagine fiorentina ha portato anche alla denuncia di 4 persone di età compresa fra i 14 e i 17 anni, tutti accusati di associazione sovversiva e istigazione a delinquere. 

Queste nuove denunce sono il proseguo dell'inchiesta Shoah party del 2019 che portò alla denuncia di 25 persone, delle quali 20 minorenni, che si scambiavano via internet contenuti pedopornografici particolarmente cruenti, facendo emergere una rete di giovanissimi che si scambiava in chat contenuti inneggianti al nazi fascismo e persino sevizie su bambini. 

A distanza di anni gli inquirenti hanno trovato anche un “gruppo politica”. Alcuni avevano anche detto di voler andare a combattere nel Donbass, per sostenere il separatismo russo dall’Ucraina. Un gioco? Per quei minori no: avevano una buona conoscenza di armi e dei materiali utilizzati dai militari russi nel Donbass e avevano iniziato anche a studiare il russo. Il Donbass è infatti il territorio ucraino occupato da separatisti filo russi nel 2014 e ancora al centro di un duro conflitto, dove negli ultimi anni sono andati a combattere come mercenari anche diversi cittadini italiani. Sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, alcuni utenti della chat "hanno reiteratamente espresso la volontà di andare a combattere" in  quel territorio, "inneggiando al separatismo filo-russo ed al compimento di atti di guerra in Ucraina Orientale. 

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