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Venerdì, 19 Aprile 2024
Caccia all'uomo

Un boss è scappato da un carcere di massima sicurezza: il video della fuga

Continua la caccia all'uomo con un enorme dispiegamento di forze di Polizia in tutta l'isola e sul territorio nazionale

Una fuga che dai primi elementi raccolti sembrerebbe ben organizzata: Marco Raduano, il detenuto pugliese di 39 anni, boss della Sacra Corona Unita che scontava l'ergastolo nel braccio di massima sicurezza di Badu 'e Carros, a Nuoro, in Sardegna, è evaso dal carcere nella giornata di ieri 24 febbraio.

A distanza di diverse ore dalla sua fuga, continua la caccia all'uomo con un enorme dispiegamento di forze di Polizia in tutta l'isola e sul territorio nazionale. I dettagli dell'evasione, a mano a mano che passano le ore, si fanno più nitidi: secondo le prime ricostruzioni degli investigatori dell'assenza di Raduano sarebbe stata accertata verso le 19 di ieri sera, ma la fuga del detenuto, documentata da un video ora divenuto virale, risalirebbe alle 17. Il detenuto avrebbe quindi avuto due ore di tempo per allontanarsi prima che la polizia penitenziaria si rendesse conto della sua fuga.

Prende quindi corpo l'ipotesi che l'evasione fosse programmata e agevolata da persone che lo attendevano all'esterno, dopo essersi calato dal muro con una "scala" fatta con le lenzuola annodate e dei supporti per reggere il peso. L'incredibile fuga del 40enne, ex luogotenente di Angelo 'Cintaridd' Notarangelo, è stata ripresa dalle telecamere per la videosorveglianza e diffuse in anteprima da UnioneSarda. Raduano si è calato da un'altezza di almeno cinque metri, ed è stato agevolato nella caduta dalla presenza di un prato verde. Poi l'allontanamento dalla casa circondariale, passando sotto la recinzione metallica. All'esterno dell'istituto penitenziario, probabilmente, c'era qualcuno ad attenderlo.

Il boss pugliese è ora ricercato in tutto il territorio dove, sono sono stati allestiti numerosi posti di blocco. Anche in Puglia è salito il livello di attenzione da parte delle forze dell'ordine nella provincia di Foggia, la zona della quale è originario Marco Raduano, 40 anni, detto 'Pallone'. Controlli e posti di blocco stanno interessando in particolare la città di Vieste.

Chi è Marco Raduano

Raduano, a capo del clan mafioso omonimo, frutto di una precedente scissione, è stato condannato agli inizi di febbraio dalla Cassazione, quindi in modo definitivo, a 19 anni di reclusione. Gli ordini di esecuzione per la carcerazione sono stati emessi dall'Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Corte d'Appello di Bari, anche a carico di altre due persone, dopo la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi da parte della Suprema Corte.

Si tratta di condanne scaturite dalla maxi operazione antimafia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, svolta dai militari dell'Arma nella città di Vieste e denominata 'Neve di Marzo' dell'ottobre 2019. Una inchiesta giudiziaria che disarticolò l'organizzazione criminale della cittadina adriatica, un'associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso, dall'ingente quantitativo dello stupefacente smerciato e dall'impiego di armi, anche da guerra.

I provvedimenti restrittivi definitivi eseguiti dai militari si ricollegano in particolare ai primi fermi della Dda di Bari eseguiti ad agosto 2018. A Raduano sono stati inflitti anche 3 anni di libertà vigilata quale misura di sicurezza. Le altre due condanne hanno riguardato Luigi Troiano, 60enne di Vieste (pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione), per spaccio aggravato di sostanze stupefacenti, e il figlio Gianluigi, 30 anni (pena a 9 anni e 2 mesi di reclusione), considerato dagli investigatori esponente del clan Raduano, tuttora latitante. Sempre nell'ambito dello stesso procedimento era già stato condannato in via definitiva a 13 anni di reclusione anche Liberantonio Azzarone, coimputato.

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