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Martedì, 23 Aprile 2024
Il processo / Bologna

Chiara Gualzetti uccisa a 16 anni: è arrivata la condanna per l'omicida

Il gup del tribunale per i minorenni ha condannato il ragazzo a 16 anni e 4 mesi di carcere

Il gup del tribunale per i minorenni di Bologna ha condannato a sedici anni e quattro mesi di carcere il ragazzo imputato per l'omicidio di Chiara Gualzetti. La giovane è stata uccisa il 27 giugno 2021 e il suo corpo ritrovato ai margini di un bosco vicino all'abbazia di Monteveglio (Bologna), non lontano da casa. Era stata accoltellata e picchiata da un amico coetaneo, che le aveva dato appuntamento per fare una passeggiata. Nell'interrogatorio, il giovane aveva detto di aver agito dietro la spinta di un demone. Le accuse sono di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla minore età della vittima. Il pm aveva chiesto una condanna a sedici anni e sei mesi.

Vincenzo Gualzetti, padre di Chiara, ha accolto la sentenza con moderata soddisfazione. "Ormai siamo arrivati a un punto fermo della situazione e in base a quello che è l'ordinamento ci dobbiamo ritenere soddisfatti di questa sentenza - ha detto -. È chiaro comunque che Chiara non c'è più, fondamentalmente avremmo voluto di più, però, ripeto, forse può essere una sentenza esemplare. Giustizia è altro, ma possiamo dire è stata fatta giustizia".

Il sedicenne, quando venne fermato e interrogato, ammise i fatti dicendo che aveva agito sulla spinta di un'entità superiore, un demone. Ma una prima consulenza disposta nel corso delle indagini e un'ulteriore perizia psichiatrica hanno concluso che quando uccise era lucido. Il giorno prima dell'omicidio diede appuntamento a Chiara per vedersi: passò a prenderla a casa e andarono insieme al parco dell'abbazia di Monteveglio, poco distante dall'abitazione della studentessa. In un video venne documentata la loro ultima passeggiata, quella mattina d'estate. Nell'area verde il ragazzo, come ricostruirono le indagini, la colpì e la ferì a morte con un coltello, che aveva nello zaino, poi la prese a calci e pugni.

Intanto, la procura per i minorenni di Bologna ha aperto un fascicolo per chiarire quanto denunciato dal padre di Chiara Gualzetti. L’uomo, Vincenzo Gualzetti, ha spiegato di aver ricevuto immagini e post pubblicati sui social che contengono parole oltraggiose nei confronti della figlia, con foto scattate direttamente dal carcere minorile di Bologna. In una di queste foto è ritratto, mentre fa il simbolo della vittoria, anche il giovane accusato di aver ucciso la figlia.

La procura per i minorenni di Bologna ha quindi aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato, per approfondire quanto successo. Sono in corso le indagini con accertamenti su tutti i dispositivi. Secondo i primi accertamenti, ci sarebbe stato un uso improprio dei tablet che vengono messi a disposizione dei giovani detenuti per le videochiamate con i parenti (che sostituiscono i colloqui dall'inizio della pandemia) e per lezioni ed esami universitari.
 

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