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Giovedì, 18 Aprile 2024
L'ordinanza / Bologna

Chiara Gualzetti: i messaggi del 16enne reo confesso a un'amica dopo l'omicidio

Per il Gip il giovane non ha mostrato segni di pentimento: deve restare in carcere "attesa la mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza"

Dopo aver ucciso Chiara Gualzetti a coltellate, il 16enne accusato del delitto avrebbe mandato messaggi vocali "dal tenore inequivoco" a un'amica "cui raccontava quello che aveva commesso". È quanto ha ricostruito il Gip del tribunale per i Minorenni di Bologna, nell'ordinanza con cui convalida il fermo e dispone la custodia in carcere per il ragazzo. La giovane è stata uccisa domenica scorsa a Monteveglio, in provincia di Bologna. Il presunto colpevole, coetaneo e amico della vittima, ha già confessato il delitto e si trova in carcere.

Nel provvedimento il gip sottolinea la "mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza" del giovane, come emergerebbe anche "dal tenore dei messaggi vocali inviati a un'amica subito dopo i fatti".

Il sedicenne fermato "al momento appare capace di intendere e di volere" soprattutto rispetto "a un reato il cui concetto illecito è di immediata percezione", sottolinea il Gip. Il giudice parla di "vita regolare costantemente condotta" di "ambiente familiare sostanzialmente adeguato", "studi positivamente frequentati" e dei "lucidi e freddi tentativi di nascondere le tracce del delitto e di negare le responsabilità".

Per il giudice il fermo è da convalidare dal momento che sussiste il pericolo di fuga. E questo non solo per la gravità del fatto, ma soprattutto perché inizialmente l'indagato ha tentato di depistare, negando ogni responsabilità, dicendo che la ragazza aveva un successivo appuntamento con una altro giovane, nascondendo i vestiti, lavando le scarpe sporche di sangue e il coltello, cancellando immagini e messaggi dal cellulare. Il sedicenne si è poi deciso ad ammettere di aver ucciso l'amica solo a fronte di elementi di accusa "di eccezionale rilevanza". Nella decisione conta anche la personalità "incline a seguire i propri impulsi emotivi".

"Estrema violenza e determinazione" e soprattutto "incapacità di autocontrollo" sono due elementi che rendono particolarmente elevato, secondo il Gip, il rischio di reiterazione del reato per il sedicenne.

Il giovane aveva manifestato segnali di disagio

Tre incontri con uno psicologo fatti e una visita con un neuropsichiatra - riferisce l'Ansa - rimasta solo fissata in calendario, quando ormai sarà troppo tardi per evitare l'omicidio. E' quanto emerso dagli accertamenti sul sedicenne in carcere per aver assassinato Chiara Gualzetti. Il ragazzo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nell'ultimo periodo aveva manifestato segnali di disagio che avevano portato la famiglia a farlo seguire da uno psicologo, il quale a propria volta, dopo averlo incontrato, aveva suggerito di rivolgersi a uno specialista.

Le lenti a contatto rosse

Il ragazzo, tra le altre cose, utilizzava spessissimo delle lenti a contatto rosse, come a voler immedesimarsi in un personaggio di una serie Tv, Lucifer, a cui ha anche accennato negli interrogatori, durante i quali ha raccontato di una "presenza demoniaca" che lo spingeva alla violenza. Un elemento preponderante nella confessione ribadita anche ieri davanti al Gip del tribunale per i minorenni, unita al fatto che si è detto infastidito dalle avances della giovane amica, che lui non corrispondeva. Inoltre avrebbe detto anche che Chiara aveva espresso il desiderio di morire e che lui l'avrebbe così accontentata.

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