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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il racconto del killer / Bologna

Chiara è stata pugnalata più volte, l'assassino: "Io la colpivo e lei resisteva"

Proseguono le indagini sull'omicidio della 16enne, uccisa da un coetaneo domenica scorsa a Monteveglio. Il pm: ''La ragazza è stata colpita ripetutamente''. Al vaglio la salute mentale dell'assassino, mentre la famiglia chiede ''giustizia''

In attesa dell'autopsia sul corpo di Chiara Gualzetti, prevista per venerdì 2 luglio, emergono nuovi dettagli dalle indagini sull'omicidio della 16enne, uccisa domenica scorsa a Monteveglio, in provincia di Bologna. L'assassino, coetaneo e amico della vittima, ha già confessato il delitto e si trova in carcere.

Intanto si preparano le strategie legali in vista del processo al giovane. Ormai palese che entrambe le parti (la famiglia della vittima difesa dall'avvocato Giovanni Annunziata, il ragazzo assistito da Tanja Fonzari) vogliano vederci chiaro sull'aspetto psichiatrico del giovane, sebbene per ragionamenti opposti.

Le voci demoniache e lo status mentale da verificare

Andrà fatta piena luce infatti, sulle dichiarazioni fornite dal 16enne, in particolare quelle sulle presunte "voci" nella sua testa, che gli avrebbero intimato di compiere il terribile gesto. Il giovane avrebbe riferito agli inquirenti di essere in contatto con questi "demoni" da quando aveva 12 anni, una condizione particolare che sarebbe stata confessata anche ad una psicoterapeuta ben prima del delitto, ma su cui la famiglia della vittima nutre diversi sospetti.

Troppi infatti sarebbero gli indizi che farebbero pensare a una premeditazione dell'uccisione a sangue freddo della ragazza, una impostazione che -secondo la difesa della famiglia- escluderebbe da subito il cosiddetto raptus di una persona incapace di intendere e di volere. Proprio per questo uno dei primi esami che si faranno -e sul quale è auspicabile aspettarsi una guerra di perizie- sarà quella sulla salute psichiatrica del ragazzo.

Durante l'interrogatorio il giovane ha anche fornito alcuni dettagli dell'omicidio: "Ricordo che non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano», dice. Lei era già caduta a terra dopo le coltellate, e ricordo che non moriva". Oltre ai legali, la famiglia Gualzetti ha nominato due esperti di parte, un anatomopatologo e un perito informatico, rispettivamente per esame autoptico e forense sul contenuto informatico delle chat custodite nei dispositivi sequestrati.

Il papà: "Sarà una battaglia, voglio giustizia per lei"

Guardando al carico indiziario nei confronti del giovane 16enne reo confesso, il pm dei minori Simone Purgato, al capo di imputazione con il quale ha richiesto la convalida del fermo al Gip, ha evidanziato come Chiara sia stata "colpita ripetutamente con una serie di colpi portati sia di punta che di taglio" con un "coltello da cucina" e che il ragazzo "ha agito con premeditazione, concertando l'azione nei giorni precedenti e partendo da casa la mattina del delitto portando con sé lo strumento necessario al compimento del fatto".

La difesa: "Valutiamo ricorso a Riesame contro arresto"

"Adesso possiamo scegliere se fare il Riesame o ricorrere in Cassazione, stiamo valutando. E' possibile andare in Cassazione sia per la convalida del fermo che per la misura, oppure è possibile rivolgersi al Riesame solo per la misura", spiega all'Adnkronos l'avvocato Tanja Fonzari, difensore del 16enne accusato dell'omicidio pluriaggravato dell'amica Chiara Gualzetti.

La madre del 16enne -riprende Fonzari- era presente "perché nella giustizia minorile chi esercita la responsabilità genitoriale può essere presente all'udienza che si è svolta in video collegamento, fino a prima dell'udienza non si possono parlare e non sono se dopo si sono incrociati", spiega l'avvocato che non vuole entrare nel merito delle risposte date dal 16enne al giudice. "So che sul suo profilo social c'è chi sta scrivendo minacce di morte, ho avvertito la famiglia. Come legale stigmatizzo queste condotte così come invito la stampa a non fornire dettagli sul minore, come il nome e il luogo in cui vive la famiglia", conclude.

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