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Giovedì, 18 Aprile 2024
Chiesa

La Chiesa cattolica abbraccia gay e divorziati risposati

L'apertura del relatore generale del sinodo straordinario sulla famiglia aperto oggi in Vaticano con Papa Francesco: non discriminare i gay, ma no al matrimonio

ROMA - "Quello dei divorziati risposati civilmente è solo un problema nel grande numero di sfide pastorali oggi acutamente avvertite", ha sottolineato il relatore generale del sinodo straordinario sulla famiglia aperto oggi in Vaticano con Papa Francesco, il cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Budapest, che ha comunque dedicato a questo tema - oggetto nelle scorse settimane di un dibattito particolarmente schietto tra cardinali favoreboli e contrari alla concessione dell'eucaristia a chi vive in seconde nozze - una problematica argomentazione che copre ampia parte della "Relatio ante disceptationem" introduttiva.

"La chiara e piena verità del Vangelo dà quella luce, quel senso e quella speranza dei quali l'uomo di oggi ha tanto bisogno", ha detto il porporato ungherese, presidente dei vescovi ungheresi nonché del consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). "Tale verità medicinale, la Chiesa deve proporla in maniera da essere effettivamente riconosciuta come 'rimedio', anche per le tante situazioni familiari problematiche, spesso molto sofferte. In altre parole, senza sminuire la verità, essa va proposta ponendosi anche dall'angolazione di coloro che più 'fanno fatica' a riconoscerla come tale e a viverla", ha detto Erdo, che ha comunque messo in evidenza "la testimonianza dei molti matrimoni e delle famiglie cristiane vissute felicemente. Queste esperienze positive non vanno perse di vista, malgrado le diffuse situazioni precarie ed irregolari".

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Prima di indicare le possibili soluzioni relative al nodo della eucaristia ai divorziati risposati (la strada della nullità matrimoniale e l'esempio ortodosso), il porporato ha impostato la questione con questa premessa metodologia: "Non viene messa in questione la dottrina dell'indissolubilità del matrimonio in quanto tale, essa è anzi incontestata e nella maggior parte osservata anche nella prassi pastorale della Chiesa con le persone che hanno fallito nel loro matrimonio e che cercano un nuovo inizio. Quindi, non le questioni dottrinali, ma le questioni pratiche - inseparabili d'altro canto dalle verità della fede - sono in discussione in questo Sinodo, di natura squisitamente pastorale".

Il cardinale Erdo ribadisce il magistero ecclesiale quando afferma che "la misericordia non toglie neppure gli impegni che nascono dalle esigenze del vincolo matrimoniale. Questi continuano a sussistere anche quando l'amore umano si è affievolito o è cessato. Ciò significa che, nel caso di un matrimonio sacramentale (consumato), dopo un divorzio, mentre il primo coniuge è ancora in vita, non è possibile un secondo matrimonio riconosciuto dalla Chiesa". Dopo di che indica due strade moderatamente aperturiste. Innanzitutto, "i divorziati risposati civilmente appartengono alla Chiesa. Hanno bisogno e hanno il diritto di essere accompagnati dai loro pastori. Essi sono invitati ad ascoltare la parola di Dio, a partecipare alla liturgia della Chiesa, alla preghiera e a compiere le opere buone della carità. La pastorale della Chiesa deve prendersi cura di loro in un modo tutto particolare, tenendo presente la situazione di ciascuno".

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Sono tre, in particolare, le ipotesi di facilitazione della nullità matrimoniale indicata da Erdo. Prima, "non sembra azzardato, come appena accennato, ritenere che non pochi dei matrimoni celebrati in Chiesa possano risultare non validi. Per accertare in maniera efficace e snella l'eventuale nullità del vincolo sembra, a non pochi, che sia da rivedere, in primo luogo, l'obbligatorietà della doppia sentenza conforme per la dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale, procedendo al secondo grado solo se c'è appello da una o da entrambe le parti ovvero da parte del difensore del vincolo, entro un tempo definito. Un eventuale soluzione di questo genere dovrebbe, in ogni caso, evitare qualsiasi meccanicità e l'impressione della concessione di un divorzio". Secondo, riecheggiando Benedetto XVI, "è pensabile, per alcuni, la produzione della stessa prova nel quadro di un processo amministrativo. Inoltre, secondo proposte autorevoli, occorrerebbe valutare la rilevanza dell'intenzione della fede dei nubendi in ordine alla validità del matrimonio sacramento, secondo il principio generale che per la validità di un sacramento è necessario che vi sia l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa". Terzo, il caso di "privilegio petrino" nei casi di matrimoni contratti con disparità di culto, tenendo presente "la possibilità dello scioglimento, 'per grazia', del matrimonio rato e non consumato".

Infine Erdo riecheggia la proposta formulata ad un concistoro di cardinali a febbraio dal cardinale Walter Kasper: "L'Instrumentum Laboris segnala che certe risposte suggeriscono di esaminare più approfonditamente la prassi di alcune delle Chiese ortodosse, che prevede la possibilità di seconde nozze e terze connotate da un carattere penitenziale (cf n. 95). Detto studio si rende necessario per evitare interpretazioni e conclusioni non sufficientemente fondate. Questo tema sottolinea l'importanza dello studio della storia della disciplina della Chiesa in Oriente e in Occidente. A questo riguardo si potrebbe riflettere sul possibile contributo della conoscenza della tradizione disciplinare, liturgica e dottrinale delle Chiese orientali". Dall'Instrumentum Laboris "emergono due aspetti chiari riguardo l'omosessualità" ha aggiunto il cardinale Peter Erdo. "Prima di tutto, un ampio consenso riguardo al fatto che persone di tendenza omosessuale non devono essere discriminate, come ribadisce anche il Catechismo della Chiesa Cattolica. In secondo luogo emerge con altrettanta chiarezza che da parte della maggioranza dei battezzati - e della totalità delle conferenze episcopali - non è attesa una equiparazione di questi rapporti con il matrimonio tra uomo e donna. Neppure le forme ideologiche delle teorie del gender trovano consenso presso la stragrande maggioranza dei cattolici".

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