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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ciro Grillo: l'indagine "privata" di Beppe sul video e sulla ragazza che accusa il figlio di stupro di gruppo

Il garante del MoVimento 5 Stelle avrebbe nominato un perito per esaminare foto e filmati. Intanto però il fronte degli indagati si spacca

Mentre la procura di Tempio Pausania sta per chiedere il rinvio a giudizio, la vicenda dell'accusa di stupro di gruppo nei confronti di Ciro Grillo, figlio di Beppe, e dei suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria si fa sempre più complicata. Perché proprio Beppe Grillo avrebbe chiesto “indagini conoscitive” su Silvia, la 19enne studentessa italo-svedese appassionata di kite surf che ha denunciato di essere stata violentata, la notte del 17 luglio 2019. 

L'inchiesta "privata" di Beppe Grillo sulla ragazza presunta vittima di stupro di gruppo

Dopo l'incredibile video in cui ha difeso il figlio, quindi, il fondatore e garante del MoVimento 5 Stelle ha deciso di fare un passo in più. E concentrare l'attenzione su quel filmato citato su Facebook e che ritrae i quattro accusati e le due ragazze durante un momento di quella serata. I video e le foto presi dai cellulari degli accusati sono agli atti dell'inchiesta. Tra questi ce n'è uno che è stato ritrovato nel cellulare di uno degli indagati ed è considerato più significativo degli altri perché riprenderebbe la violenza di gruppo. È stato girato dagli stessi ragazzi mentre si alternavano con S. Per la Procura è un forte indizio.

Per la difesa, al contrario, si tratterebbe della dimostrazione che il quartetto non aveva nulla da nascondere, essendo la ragazza consenziente. La ragazza è stata più volte ascoltata dagli inquirenti e ha raccontato, fin nei minimi particolari, quanto sarebbe accaduto nella villa in Costa Smeralda di proprietà della famiglia Grillo. Il 26 luglio, rientrata a Milano, si è presentata alla caserma dai carabinieri, ha denunciato la violenza e ha poi deciso di farsi visitare da un medico. Nel verbale ha accusato: erano quattro, io da sola, non potevo reagire. I quattro ragazzi hanno sempre negato le accuse sostenendo che fosse "sesso di gruppo consenziente". 

E proprio quel video ora è oggetto dell'attenzione di Beppe. Che, secondo quanto racconta oggi Repubblica, avrebbe dato mandato di analizzarlo a un professionista, l’outsider Marco Salvi, noto per essersi occupato del serial killer Donato Bilancia e dell’omicidio di Carlo Giuliani durante il G8. Salvi dovrebbe fungere da perito per poter dire, attraverso filmati e foto, se Silvia fosse ubriaca o, al contrario, capace di intendere e di volere il 17 luglio 2019. La perizia potrebbe essere fondamentale ai fini del processo perché proprio sulla capacità di intendere e di volere della ragazza - ed eventualmente su chi potrebbe averla spinta a perderla - si gioca una parte importante dell'accusa. 

Il fronte degli indagati si divide

Intanto però il fronte degli indagati, dopo il video di Grillo, comincia a dividersi. Francesco Corsiglia, indagato per la presunta violenza sessuale di gruppo insieme agli amici Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, ha scelto di dissociarsi dagli altri tre e di preservare la sua posizione: "Ho avuto un rapporto consenziente con S.J., eravamo solo io e lei, poi mi sono addormentato. Di ciò che è successo dopo io non so niente”, ha detto ai magistrati nella sua testimonianza. L'ora in cui Corsiglia dice di aver preso sonno lo collocherebbe al di fuori del momento dello stupro di gruppo. 

E c'è anche qualcosa in più. E riguarda la vicenda della bottiglia di vodka, che secondo la ragazza gli altri l'avrebbero costretta a bere "tenendola per i capelli". Ma il dettaglio, di importanza fondamentale proprio ai fini del delinearsi dell'accusa di stupro, è contestato dagli accusati. “Non l’abbiamo forzata a bere, è lei ad aver preso l’iniziativa di bere, come sfida, perché noi non riuscivamo a finire la bottiglia. Ce ne sarà stata un quarto", ha detto uno di loro da Massimo Giletti a Non è l'Arena ieri. Spiega il Fatto Quotidiano oggi: 

Le dichiarazioni di Corsiglia, al vaglio degli inquirenti, sembrano corroborate da un elemento importante: il giovane non comparirebbe nelle foto e nei video di gruppo. Compreso quello che ha portato a un secondo capo d’imputa zione di violenza sessuale, nei confronti di R.M.: mentre la seconda ragazza era addormentata sul divano, ubriaca, altri due ragazzi si fanno fotografare mentre le avvicinano i genitali.

Una seconda accusa che potrebbe in qualche modo trascinare con sé anche la prima: la foto c’è, mentre il resto è tutto da dimostrare. 

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