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Giovedì, 25 Aprile 2024
La strage del condominio / Roma

La strage alla riunione di condominio, Campiti aveva scritto tutto su un foglio

Convalidato il fermo, l'uomo resta in carcere. Nessun segno di pentimento nelle sue parole. Il giudice: "Se rimesso in libertà non desisterebbe da ulteriori condotte violente e sanguinarie". L'assalto pianificato nei dettagli, aveva con sè anche un coltello da sub

Claudio Campiti, l'uomo che domenica mattina a Fidena ha fatto irruzione nel bar dove si teneva la riunione del consorzio Valle Verde e ha ucciso a colpi di pistola quattro persone aveva con sè non solo l'arma sottratta al poligono di tiro, un secondo caricatore e 170 proiettili ma anche un coltello da sub lungo 28 centimetri. Aveva di fatto un piccolo arsenale. È quanto emerge dall'ordinanza di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare in carcere disposta dal gip. L'assalto di Campiti è costato la vita a 
Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi e Fabiana De Angelis. Le prime tre donne sono morte subito, Fabiana De Angelis invece in ospedale il giorno dopo la sparatoria. Il frutto, per gli inquirenti, di una lunga premeditazione. Trovato anche un foglio con gli "appunti".

Campiti ieri ha risposto ad alcune domande del gip nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo, ma è rimasto in silenzio sui punti chiave. La Procura contesta al 57enne le accuse di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, tentato omicidio, in riferimento alle persone rimaste ferite, e il porto abusivo di armi.

Nessun segno di pentimento è emerso dalle parole di Campiti, ex assicuratore che per due anni ha percepito il reddito di cittadinanza. Si è limitato ad ammettere che il "movente" della strage: il rancore che da anni covava verso il consorzio Valleverde, che gestisce una serie di villette nella zona del lago di Turano, in provincia di Rieti. "Ero esasperato - ha detto - per le condotte 'mafiose' tenute da anni in suo danno dagli organi deliberanti del Consorzio".

"L'indagato in sede di interrogatorio non ha dato segno di resipiscenza alcuna - scrive il gip Emanuela Attura - e il livore ed il risentimento che sono emersi, fanno ritenere che se rimesso in libertà non desisterebbe da ulteriori condotte violente e sanguinarie". Per il giudice "deve, quindi, essere condivisa la richiesta avanzata" dal pm "essendo la misura indicata unica adeguata a salvaguardare le esigenze cautelari e proporzionata all'estrema gravità dei fatti". Per quanto riguarda l'aggravante dei futili motivi, per il magistrato è "incontestabile la sussistenza" per come "interpretata dalla costante giurisprudenza di legittimità". Campiti resta quindi in carcere.

Per il magistrato la "premeditazione appare incontestabile" anche alla luce del fatto che l'uomo "da tempo non partecipava più alle riunioni del Consorzio e quindi la sua presenza il giorno del fatto non può che essere letta nel senso che si sia portato sul posto al solo scopo di portare a compimento il proprio piano". Nell'ordinanza vengono ricostruite le fasi precedenti al blitz di morte. "Quella mattina, prima di recarsi all'assemblea, Campiti è andato al poligono per munirsi dell'arma per compiere il delitto, acquistando anche 100 proiettili". Inoltre nel portafogli dell'indagato "era presente un foglio di carta manoscritto recante la scritta '11/12/2022 ore 9 spazio coperto antistante il bar 'Il posto giusto' Roma via Monte Giberto 19 incrocio via Serrapetrona", all'evidente scopo di avere necessari riferimento spazio/temporali per eseguire l'azione criminosa".

Poi ci sono le armi. Aveva con sè la pistola portata via dal poligono di tiro di Tor di Quinto (del quale era socio) e allontanarsi nell'indifferenza generale. Non solo. Oltre a un secondo caricatore e a 170 proiettili, aveva anche "legato al polpaccio destro una fondina di plastica dove era riposto un coltello da sub lungo 28 centimetri circa, di cui 15,5 di lama e nella tasca dei pantaloni, oltre alle chiavi dell'auto e a un coltello serramanico di 20,5 centimetri, un cellulare spento e con batteria e scheda sim non inserite".

Sul luogo della strage, poi, sono stati rinvenuti tre zaini con effetti personali di Campiti. Oltre al passaporto e 5.700 euro in contanti "contenevano farmaci, un notebook, biancheria intima, un costume da mare, accappatoio, ciabatte, pigiama, altri capi di abbigliamento e una caffettiera in metallo". Lui stesso si è detto "certo che non sarebbe tornato a casa".

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