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Giovedì, 18 Aprile 2024
Carbonizzata nel camper / Belluno

Cloe Bianco, l'ex prof transgender aveva annunciato il suicidio

Appartiene all'ex docente di Fisica di Marcon il corpo carbonizzato trovato all'interno di un camper nella provincia di Belluno. L'ultimo messaggio lasciato sul suo blog: "Porrò in essere la mia libera morte". Nel 2015 aveva fatto scalpore facendo outing in classe

Il corpo senza vita trovato in un camper parcheggiato a lato della strada regionale tra Auronzo e Misurina, in provincia di Belluno, appartiene a Cloe Bianco, all'anagrafe Luca Bianco, docente di Fisica di Marcon (Venezia), che nel 2015 fece scalpore perché si presentò in classe, in un istituto del Veneziano, in abiti femminili, facendo outing. Da quel momento la prof transgender, allontanata dalla ex moglie e dalla figlia, viveva da sola in quel camper, che ha deciso di dare alle fiamme per farla finita.

Un suicidio annunciato sui social con un messaggio, "Porrò in essere la mia libera morte" e concluso con una frase che dà l'idea della sofferenza e della solitudine che Cloe potesse provare: "Addio. Semmai qualcuno o qualcuna leggerà questo scritto". La Procura di Belluno ha disposto l''esame del Dna sul corpo per chiudere formalmente la vicenda dell'ex docente transgender. L'ex prof aveva in mente da tempo di commettere l'estremo gesto, tanto da esprimere le sue intenzioni su un blog, descrivendo attraverso una triste poesia i momenti che l'avrebbero condotta verso la fine.

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"Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato - scriveva sul suo blog lo scorso 10 giugno- porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest'ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l'ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall'ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto".

Da tempo Cloe sfogava tutte le sue sofferenze in Rete, dove aveva pubblicato anche le immagini del suo testamento. Un tunnel buio iniziato nel 2015, quando Cloe (Luca all'epoca) decise di entrare all'istituto di Agraria "Scarpa-Mattei" di San Donà di Piave, dove insegnava Fisica, vestita con abiti femminili, mostrandosi per la prima volta che si era sempre sentita.  "Cari ragazzi, da oggi mi chiamerete Cloe" disse ai suoi alunni, ma non tutti presero la notizia con gioia. In particolare, una studentessa, scioccata dalla rivelazione, uscì dalla classe piangendo e una volta a casa raccontò il tutto ai genitori, che scrissero direttamente all'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, che si dimostrò solidale con il padre dell'alunna.

Una terribile sconfitta per Cloe. Il presidente del tribunale del lavoro di Venezia, pur "senza voler criticare una legittima scelta identitaria", sognata da Bianco "dall'età di 5 anni", stabilì che la sospensione di tre giorni inflitta dalla scuola alla prof "era stata giusta", perché l'outing in così breve tempo, senza preparare adeguatamente le scolaresche, non era stato "responsabile e corretto". La docente di Fisica dell’istituto Scarpa-Mattei, che fu al centro di aspre polemiche anche politiche, aveva contestato la sospensione di tre giorni e per questo aveva presentato ricorso al giudice del lavoro, chiedendo anche un risarcimento danni di 10mila euro al ministero dell’Istruzione per i danni subiti a causa della sanzione. Un duro colpo che diede inizio alla spirale di solitudine di Cloe. Le fiamme hanno distrutto sia quel luogo angusto, che per l'ex docente era diventato un rifugio, sia tutti i documenti relativi alla vittima, che da molto tempo non aveva contatti con l'ex moglie e con la figlia.
 
 

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