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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il commento

Stop del governo all'inchiesta su Emanuela Orlandi, il fratello: "Suicidio politico"

Il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, ha chiesto a nome dell'esecutivo il rinvio "per approfondimenti". Pietro Orlandi a Today.it: "Avevano assicurato che avrebbero fatto presto"

Il governo frena la proposta di legge per l'istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Oggi la commissione Affari costituzionali ha rinviato il voto, dopo che il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, ha chiesto a nome del governo il rinvio "per approfondimenti". La relatrice, Sara Kelany (FdI), non ha indicato quale tipo di approfondimenti siano ancora necessari.

Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, raggiunto al telefono, non riesce a nascondere lo stupore: "Quando abbiamo incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i capigruppo sembrava che tutti volessero accelerare. Avevamo ricevuto rassicurazioni unanimi su questo. Ci avevano addirittura detto che sarebbe stata una formalità, molto veloce, tanto che la commissione avrebbe cominciato i propri lavori già ad aprile. Ora questa novità arriva un po' all'improvviso, ma voglio essere fiducioso, magari è una cosa positiva, quanto meno non c'è stata una chiusura. Io resto sempre a disposizione di approfondimenti, posso ricostruire la vicenda fotogramma per fotogramma. Certo che dopo 40 anni, mi chiedo quali tipo di approfondimenti servano ancora".

Invece dal Vaticano ancora nessuna convocazione, dopo l'avvio delle nuove indagini?

"Dal Vaticano ancora non è stata data alla famiglia nessuna notifica ufficiale quanto alla riapertura delle indagini. Lo abbiamo saputo, come tutti, dalla stampa e quando il nostro avvocato, Laura Sgrò, ha chiesto chiarimenti ci è stato risposto con una semplice email che 'sarà contattata al termine delle indagini'. Chissà cosa c'è ancora da indagare dopo 40 anni". 

"Comunque - prosegue Pietro Orlandi - resto fiducioso. Nonostante il pensiero comune, non mio, corra sempre al Vaticano. In molti dicono: 'Ecco, ancora il Vaticano che si è messo in mezzo', mentre io penso che se il governo si opporrà all'apertura di una commissione di inchiesta sulla scomparsa di mia sorella, sarà un vero suicidio politico". 

La nuova indagine sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

Il promotore di giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, ha voluto aprire un nuovo dossier sulla ragazza scomparsa a Roma nel giugno del 1983. L'iniziativa sarebbe legata a una serie di istanze presentate in passato da Pietro Orlandi. L'avvocato Laura Sgrò aveva scritto anche al papa, il quale aveva appunto invitato la famiglia a rivolgersi al promotore di giustizia. Sul lavoro che sta svolgendo Diddi c'è grande riserbo. E comunque i familiari non sono stati finora chiamati. Quanto alle persone che saranno ascoltate, il magistrato del papa non ha dato informazioni. Ma sarebbero comunque pochi i testimoni dell'epoca ancora in vita, che potrebbero avere notizie sul caso.  

Roberto Morassut (Pd), firmatario di una delle due proposte di legge per l'istituzione di una commissione di inchiesta, ha dichiarato che "si dovrebbe chiedere alla Presidenza del Consiglio i motivi dell'approfondimento: forse lo ha voluto il Vaticano". "Ho chiesto al presidente della commissione cosa debba essere approfondito, ma non me lo ha saputo dire", ha detto la capogruppo del Pd, Simona Bonafè. "È a dir poco inconsueto - ha aggiunto Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra - che il governo freni sull'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta. Possiamo accettare un rinvio di quache giorno, ma non di più. Il provvedimento è stato calendarizzato per l'aula a marzo, con una decisione presa dai capigruppo all'unanimità".

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