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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Corruzione in Campania

Tangenti per passare ai concorsi pubblici: bufera su esercito e polizia

Pagate mazzette per agevolare il superamento delle prove psico-attitudinali dei concorsi nelle forze armate e nella Polizia penitenziaria

Si allarga a macchia d’olio l’indagine della Procura di Napoli che questa estate ha portato all’arresto di due agenti penitenziari, accusati di aver truccato concorsi per il reclutamento in corpi delle forze armate e Polizia penitenziaria. Emesse dal gip del tribunale partenopeo 14 misure cautelari.

Gli episodi di corruzione vanno dalla fine del 2020 alla prima metà del 2021, quando due agenti della Polizia Penitenziaria, Errico Spena e Maurizio Russo, avrebbero promesso e poi messo in atto agevolazioni per far superare le prove psico-attitudinali ad alcuni candidati dei concorsi delle forze armate e della Polizia penitenziaria, a fronte di una mazzetta. Colti in flagranza di reato nell’atto di ricevere 8 mila euro, i due agenti penitenziari sono finiti in manette lo scorso luglio.

Inchiesta in Campania su concorsi truccati per entrare nelle forze armate: 14 arresti

Le indagini della Procura di Napoli sui concorsi truccati nelle forze armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e in Polizia penitenziaria sono andate avanti, rivelando l’esistenza di un'estesa ramificazione dei contatti corruttivi. Emesse 14 misure cautelari per soggetti gravemente indiziati di delitti di corruzione. Gli indagati avrebbero svolto la funzione di “intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all'indebito superamento delle prove concorsuali”.

Tra i pubblici ufficiali convolti ci sono Aniello Aversano, assistente capo della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gennaro Fatone, vigile urbano del Comune di Caivano e Giorgio Spina, caporal maggiore dell'Esercito in servizio nella caserma di Maddaloni, per i quali sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Tre indagati per falsificazione certificazioni di negatività al covid

Nella stessa inchiesta sono finite tre persone con l'accusa di aver falsificato certificazioni di negatività al covid-19 per consentire la frequentazione dei corsi di formazione presso la Scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di Polizia e del personale dell'amministrazione penitenziaria di Portici. I tre indagati, si legge nell'ordinanza del gip di Napoli Federica Colucci, in diverse occasioni (12 febbraio 2021, 8 maggio 2021, 21 giugno 2021) falsificavano materialmente le certificazioni di negatività al covid-19 necessarie a consentire a una degli indagati la frequentazione dei corsi. Disposti gli arresti domiciliari. 

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