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Giovedì, 28 Marzo 2024
il caso

Schettino, nuovi guai: "Troppo pochi sedici anni di carcere"

Al processo di primo grado l'accusa aveva chiesto una condanna a ventisei anni per l'ex comandante della Concordia. Ora la procura di Grosseto ha presentato ricorso in appello contro la sentenza

ROMA - La pena per Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio, "non è congrua".

Lo scrivono i pm di Grosseto - Maria Navarro, Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi - nel ricorso in appello presentato oggi contro la sentenza con cui, l'undici febbraio scorso, il tribunale ha condannato Schettino a sedici anni di reclusione.

L'impugnazione riguarderebbe proprio la quantificazione della pena. Al processo di primo grado l'accusa aveva infatti chiesto per Schettino una condanna a ventisei anni. Anche alcune delle parti civili hanno fatto richiesta di appello contro la sentenza. Sono trentadue le vittime del naufragio della Costa Concordia, avvenuto il tredici gennaio 2012.

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LA CONDANNA A 16 ANNI - Schettino era stato accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l'autorità marittima. Nel corso dell'udienza di primo grado, l'ex comandante aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee, interrotte dal pianto.

"Sono stato accusato di mancanza di sensibilità per le vittime - aveva detto Schettino - ma cospargersi il capo di cenere è un modo per esibire i propri sentimenti. Una scelta che non ho fatto. Il dolore non va esibito per strumentalizzarlo". Quando parlò di "momenti di dolore che ho condiviso coi naufraghi a casa mia", l'ex comandante scoppiò a piangere aggiungendo "non volevo questo".

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