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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Catania

Due bagni e una doccia col tubo per 150 persone: così si vive a bordo della Diciotti

Le condizioni in cui vivono i migranti da giorni bloccati sulla nave della Guardia Costiera ferma nel porto di Catania

Due bagni chimici riadattati con scarico diretto in mare e privi di lavandini per 150 persone, di cui 13 donne, con una pompa sul ponte come unica possibilità di acqua corrente per la pulizia personale. Sono le condizioni in cui vivono i migranti da giorni a bordo della Diciotti, ormeggiata al porto di Catania senza che nessuno possa sbarcare.

I migranti, 130 provenienti dall’Eritrea, 10 dalle Isole Comore, sei dal Bangladesh, due dalla Siria, uno dalla Somalia e uno dall’Egitto, hanno ricevuto ieri, tra le altri, la visita di una delegazione del Garante dei diritti delle persone detenute che al termine del lungo sopralluogo ha stilato un'informativa consegnata alle Procure che indagano sul caso, nella quale si sottolinea anche come le condizioni materiali degli ambienti che ospitano i migranti siano "assolutamente inidonee a permanenze prolungate".

Nave Diciotti, la "sfida" italiana non ha senso: perché l'Europa non c'entra nulla 

I migranti, infatti, da giorni vivono sul ponte protetti dal caldo e dal freddo solo da grandi teli verdi. Consumano i pasti accovacciati a terra e come giaciglio dispongono esclusivamente di cartoni e coperte che utilizzano sia per isolarsi dal pavimento che per coprirsi dal freddo. "Sul ponte l’equipaggio ha montato un telo - dice il garante Mauro Palma - per offrire un minimo di copertura e riparo dalle intemperie e in genere dalle condizioni climatiche, ma appare evidentemente una misura provvisoria e precaria". Durante la settimana passata a bordo hanno potuto effettuare solo una 'doccia' con acqua corrente non riscaldata grazie a un impianto improvvisato sul ponte dall’equipaggio con un tubo.

La nave Diciotti sbarca a Catania (FOTO ANSA)

"Queste condizioni indipendentemente dagli sforzi compiuti dal comandante e dall’equipaggio che questo Garante ha potuto apprezzare anche nel corso della visita - scrive Palma -, rientrano in un quadro complessivo che potrebbe essere giudicato come configurante quella situazione di trattamento inumano e degradante inderogabilmente vietato dall’articolo 3 della Cedu, uno dei soli quattro articoli della Convenzione che non ammette alcuna deroga"

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