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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Allarme cemento: in Italia consumati 8 mq di suolo al secondo

Spaventoso studio dell'Ispra: dal 1956 ad oggi sono stati 'occupati' 12.500 chilometri quadrati di territorio. Un dato che non si può spiegare solo con la crescita demografica: consumati 340 mq di suolo per ogni italiano

E' come se ogni cittadino italiano, dagli 0 ai 100 anni, avesse a disposizione un appartamento di 340 mq. Un dato, questo, che fa capire perfettamente quanto territorio italiano è occupato dal cemento.

E ancora: negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è cresciuto ad una media di 8 metri quadrati al secondo e la serie storica dimostra che si tratta di un processo che dal 1956 non conosce battute d'arresto: si è passati dal 2,8% del 1956 al 6,9% del 2010, con un incremento di 4 punti percentuali.

In altre parole, sono stati consumati, in media, più di 7 metri quadrati al secondo per oltre 50 anni. A fornire questi dati è l'Ispra che, attraverso i dati nazionali, ricostruisce l'andamento dal 1956 al 2010 del consumo di suolo in Italia.

Il lavoro analizza i valori relativi alla quota di superficie 'consumata', incluse aree edificate, coperture del suolo artificiali (cave, discariche e cantieri) e tutte le aree impermeabilizzate, non necessariamente urbane (infrastrutture). Escluse, invece, le aree urbane non coperte da cemento e non impermeabilizzate.

DATI 1956 - Nel 1956 la graduatoria delle regioni più cementificate vedeva in testa la Liguria che superava di poco la Lombardia con quasi il 5% di territorio sigillato, distaccando (Puglia a parte con il 4%) tutte le altre.

DATI 2010 - La situazione cambia drasticamente nel 2010: la Lombardia, superando la soglia del 10%, si posiziona in vetta alla classifica, mentre quasi tutte le altre regioni (14 su 20) oltrepassano abbondantemente il 5% di consumo di suolo.

IN ITALIA PIU' CEMENTO CHE IN EUROPA. In base ai dati omogenei e disponibili a livello europeo riportati dal rapporto ''Overview on best practices for limiting soil sealing and mitigating its effects'' circa il 2,3% del territorio continentale è ricoperto da cemento. L'Italia, con il 2,8% di suolo consumato, risulta quindi oltre la media europea (2006).

RISCHI. L'impermeabilizzazione diminuisce molti degli effetti benefici del suolo: ad esempio riducendo l'assorbimento di pioggia (in casi estremi impedendolo completamente) si avranno una serie di effetti diretti sul ciclo idrologico e indiretti sul microclima, producendo un aumento del rischio inondazioni.

E ancora: impermeabilizzando un ettaro di suolo di buona qualità con elevata capacità di ritenzione idrica (4.800 metri cubi), si riduce in modo significativo anche l'evapotraspirazione.

CONSEGUENZE. Inoltre, l'espansione urbana e la cementificazione delle aree agricole pongono problemi anche sulla sicurezza e l'approvvigionamento alimentare. Tra il 1990 e il 2006, 19 Stati membri hanno perso una capacità di produzione agricola complessiva pari a 6,1 milioni di tonnellate di frumento (l'1% del loro potenziale agricolo, circa 1/6 del raccolto annuale in Francia, il maggior produttore d'Europa). Numeri tutt'altro che insignificanti visto che, per compensare la perdita di un ettaro di terreno fertile in Europa, servirebbe la messa in uso di un'area dieci volte maggiore.

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