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Giovedì, 28 Marzo 2024

"Hanno svuotato il conto corrente del Papa"

Le carte dell’inchiesta della Santa Sede. Al Bambino Gesù appalti a uomini dei clan. Prelevati perfino 20 milioni di sterline dal deposito riservato di Bergogli

Repubblica racconta oggi l'indagine sull’assalto alle finanze vaticane che emerge dalla rogatoria presentata dalla procura pontificia nelle more del caso Becciu: la ricostruzione di un saccheggio da 454 milioni. L’indagine parte dal grande scandalo dell’immobile di Londra attorno a cui si muove una folla di monsignori, broker, avvocati di affari e dove Papa Bergoglio resta una macchia bianca circondata da anime nere che lo hanno tradito.

La sintesi degli inquirenti è sconvolgente. «La Segreteria di Stato finanzia l’operazione londinese con linee di credito del Credit Suisse e della Banca della Svizzera Italiana per 200 milioni di dollari garantite attraverso la costituzione del pegno di valori patrimoniali posseduti dalla Segreteria di Stato e rinvenienti nelle donazioni dell’Obolo di San Pietro». Ossia dei fondi per le elemosine, messi a servizio delle speculazioni per importi ancora indefiniti «che possono arrivare fino a 454 milioni di euro».

Ci sono personaggi che si rivestono d’oro. L’avvocato Nicola Squillace dello studio Libonati Jaeger riceve «200 mila euro per un generico incarico di consulenza legale, oltre 150 mila per una serie di professionisti da lui indicati». E subito dopo emette un’altra fattura da 364 mila euro. Il Vaticano non paga. Ma lui supera l’ostacolo. «Attraverso questo giochetto dunque non solo l’avvocato Squillace con la complicità di Gianluigi Torzi riesce ad aggirare il veto ma addirittura a farsi corrispondere 17 mila euro in più». Complessivamente ben 711 mila euro sono inghiottiti da consulenze inspiegabili. Ci sono poi studi inglesi che mettono le mani su milioni senza titolo.

Si sentono onnipotenti. Tirabassi e monsignor Perlasca si infilano persino nel «Fondo Discrezionale di Ubs creato nel 2015 per le spese discrezionali del Santo Padre e dallo stesso autorizzate». Da lì prendono 20 milioni di sterline per Torzi. Che fattura 5 milioni come consulenza per altre operazioni immobiliari proposte ai monsignori: un hotel a Milano in zona San Siro, un palazzo in Piazza Cavour, uno sulla 5th Avenue di New York, un hotel per l’Expo di Dubai. Sembra Monopoli, non il Vaticano.

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