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Martedì, 23 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Più controlli sulle armi detenute da chi ha problemi psichici: un disegno di legge che è puro buonsenso

Brevi di cronaca, che "nascondono" un problema vero e poco raccontato. L'ultima operazione delle forze dell'ordine risale a qualche giorno fa. A Lucca gli uomini della volante della questura sono intervenuti a San Concordio per la segnalazione di un uomo che gettava bottiglie dalla finestra e aveva appiccato un piccolo incendio nelle parti comuni di un condominio. E' stato identificato un 32enne, cittadino italiano, che ha dichiarato di aver appiccato il fuoco per noia e per depressione in seguito alle restrizioni relative alla normativa anti Covid. Dai successivi accertamenti è emerso che l’uomo, impiegato di banca, era titolare di una licenza per tiro al volo ed era in possesso di diverse armi da fuoco e da taglio, tutte regolarmente detenute. Gli uomini della polizia hanno ritirato cautelativamente tutte le armi ai sensi dell’articolo 39 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e hanno denunciato l’uomo per getto pericoloso di cose. Vorremmo leggere più spesso notizie di controlli e sequestri cautelativi di armi.

"Non è più accettabile che persone instabili e mentalmente disturbate possano detenere legalmente armi da fuoco a causa di leggi che tutelano la privacy dei possessori di armi invece dell’incolumità di familiari, amici e conoscenti" ci diceva qualche tempo fa Gabriella Neri. Sono passati più di 10 anni dall'efferato omicidio di suo marito, Luca Ceragioli e di Jan Hilmer, rispettivamente direttore e responsabile amministrativo dell’azienda “Gifas Electric” di Massarosa (Lucca), per mano dell’ex dipendente Paolo Iacconi. Iacconi, invitato per un colloquio presso l’azienda con cui in passato aveva collaborato, sparò 5 colpi con una pistola regolarmente detenuta con licenza per “uso sportivo” uccidendo all’istante Ceragioli e Hilmer: si rifugiò quindi nei bagni dove si suicidò. Originario di Sacile (Pordenone), l'uomo, 51 anni, era notoriamente disturbato psichicamente e aveva un trascorso di ricoveri ospedalieri per trattamento sanitario obbligatorio (Tso). In passato aveva tentato più volte il suicidio, ma nonostante tutto ciò continuava a detenere l’arma in base ad una regolare licenza “per uso sportivo” che non gli era mai stata revocata.

In Italia è ancora troppo facile tenere una licenza per armi

In Italia è ancora troppo facile tenere una licenza per armi: "Se davvero vogliamo prevenire omicidi e delitti è urgente rivedere le norme a cominciare dalle comunicazioni tra medici, questure e prefetture" diceva a Today Gabriella Neri. E' essenziale intervenire, per evitare che "brevi di cronaca" come quella di Lucca si trasformino in qualcosa di molto più grave e irrimediabile. L’associazione 'Ognivolta onlus - familiari e amici di Luca e Jan' chiede da tempo la revisione della legge sulla detenzione delle armi da fuoco ed in particolare l’introduzione di norme per prevenire illeciti, come la tempestiva comunicazione alle questure e prefetture da parte del  medico curante e delle Asl nei casi in cui il legale detentore di armi divenga affetto da problemi psicologici o sia sottoposto a trattamenti che ne alterano lo stato mentale.

La legge attuale stabilisce che i controlli medici per le varie licenze per armi vengano effettuati solo ogni cinque anni: un periodo in cui possono verificarsi problemi psichici e mentali, che però né il medico curante, né le Asl possono di fatto comunicare con una prassi consolidata, continua e normata alle autorità competenti, permettendo di fatto al possessore di licenza di detenere le armi.

C'è un disegno di legge che giace in Senato da due anni

C'è un disegno di legge che giace in Senato da due anni per la "Istituzione della banca dati centrale informatizzata per i soggetti detentori di armi o in possesso del porto d'armi". Primo fimatario è Mattia Crucioli (M5S): "Con questo disegno di legge - si legge nel testo del ddl - si vuole limitare la concreta possibilità che persone innocenti siano vittime di incidenti, spesso mortali, causati da soggetti che, a seguito di traumi psicologici, gravi stress o abuso di sostanze stupefacenti, si ritrovino ad utilizzare impropriamente le armi detenute in custodia. Condividere le informazioni riguardanti i soggetti detentori di armi e delle loro eventuali patologie riscontrate risulta di fondamentale importanza per scongiurare tragedie insensate. La condivisone delle informazioni sui soggetti detentori, la cui privacy deve essere garantita nella maniera più accurata, deve avvenire esclusivamente tra le autorità di pubblica sicurezza e il personale medico. Ad oggi è tutto demandato all'iniziativa dei singoli operatori sanitari che, senza poter accedere ad un'anagrafe informatizzata, devono informarsi con molta difficoltà se i propri pazienti detengono armi da fuoco o meno. L'intento del disegno di legge non è impedire il porto o la detenzione di armi ma solo facilitare i controlli e, nel caso, la conseguente revoca delle autorizzazioni". Puro buonsenso, semplificazione e trasparenza. Ma gran parte della politica sembra non avere l'interesse ad andare fino in fondo. Inspiegabilmente.

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