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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Milano

Corona in carcere, l'indagine è iniziata la sera dell'attentato

Tutto è nato dall'esplosione di un ordigno sotto l'abitazione del fotografo: l'indagini iniziata da una tentata estorsione di cui era vittima. L'ex re dei paparazzi incastrato da intercettazioni telefoniche

MILANO - L'inchiesta della Dda di Milano che ha portato all'arresto di Fabrizio Corona e della sua collaboratrice Francesca Persi è nata da un'indagine su una tentata estorsione che vedeva come parte lesa lo stesso Corona. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta oggi dal gip di Milano, Paolo Guidi, nei confronti dell'ex fotografo dei vip. Dai successivi accertamenti, precisa il giudice, è progressivamente emerso "un quadro di illeciti ascrivibili al Corona medesimo ed a Persi Francesca, persona di fiducia del primo e amministratrice della società Atena Srl".

L'ATTENTATO - La notte del 16 agosto scorso, poco lontano dalla casa milanese di Corona, scoppiò un ordigno che mandò in frantumi i vetri delle finestre del suo appartamento. Agli agenti di polizia intervenuti sul posto, Corona riferì "che nei giorni precedenti aveva incontrato nel vicino Corso Como due soggetti di origine calabrese" i quali "gli avevano chiesto di consegnargli la somma di denaro di euro 50 mila". Due personaggi sospetti che, stando a quanto riferito da Corona ai poliziotti, "si erano anche presentati presso la palestra da lui frequentata pretendendo di nuovo la consegna di tale somma, a suo dire assolutamente non dovuta".

LE INDAGINI - Sono state le successive intercettazioni telefoniche a far "emergere dubbi in ordine alla piena collaborazione del Corona nelle indagini". In particolare, in una telefonata del 3 settembre scorso, Francesca Persi "in evidente stato di agitazione, gli ha riferito che nella notte le erano entrati di nuovo i ladri in casa, per un tentativo di furto". E nel corso di quella stessa telefonata Corona ha "immediatamente chiesto alla donna se gli ignoti criminali avessero spaccato i muri e se avessero preso un qualcosa di non meglio specificato, ben noto alla donna". 

I LADRI IN CASA DELLA PERSI - Dalla conversazione telefonica, scrive il gip Guidi, "emerge che i ladri introdottisi in casa della Persi erano alla ricerca di qualcosa cui Corona teneva particolarmente e che la Persi custodiva per il Corona". Sono gli 1,7 milioni di euro sequestrati nei giorni scorsi all'interno di un controsoffitto della casa della donna. "Di questo tentato furto - si legge ancora nel provvedimento - non verrà presentata alcuna denuncia".

L'ARRESTO DI CORONA - Quanto è bastato agli inquirenti della Dda di Milano per avviare l'indagine culminata oggi con l'arresto di Corona e della sua collaboratrice per intestazioni fittizia di beni. Persi, chiarisce il gip Guidi nell'ordine di arresto, è infatti "prestanome di Corona nella gestione di Atena Srl", società che vede tra i suoi soci anche Maria Gabriella Privitera e Federico Corona, rispettivamente madre e fratello di Fabrizio. E alla sua storica collaboratrice, l'ex fotografo "attribuiva fittiziamente" non solo la somma di 1 milione e 768 mila euro sequestrata nei giorni scorsi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, ma anche il suo "tesoretto" austriaco: vale a dire, "altre cospicue somme di denaro depositate presso un istituto bancario di Innsbruck" dove la Persi si sarebbe recata in tre diverse occasioni - il 3, il 10 e l'11 agosto scorsi - per depositare i guadagni "in nero" di Corona.

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