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Domenica, 11 Giugno 2023
Cronaca Milano

Corona e l'ombra della criminalità: "I soldi per la casa a un pregiudicato calabrese"

Per i giudici di Milano, che in mattinata hanno sequestrato l'appartamento del valore di 2,5 milioni di euro, il "beneficiario finale" del pagamento di parte delle somme usate per l'acquisto dell'immobile sarabbe "un pregiudicato calabrese"

MILANO - Sarebbe stato "il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo" il "beneficiario finale" del pagamento di parte delle somme utilizzate da Fabrizio Corona per acquistare l'appartamento milanese di Via De Cristoforis: il particolare emerge dal decreto di sequestro dell'immobile disposto dai giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano.

I SOLDI PER LA CASA - "Da un conto corrente della Fenice (ex società di Corona dichiarata fallita negli anni scorsi - ndr) provengono le risorse impegnate per acquistare l'immobile", scrivono i giudici. Si tratta, precisano, di "1,1 milioni di euro, suddivisi in 22 assegni circolari da 50 mila euro ciascuno" che furono "ritirati in banca dall'avvocato Tommaso Delfino su delega di Fabrizio Corona" a fine febbraio 2008 per poi essere versati, il 4 marzo successivo, sul conto di chi aveva venduto l'appartamento, i coniugi Rodolfo Rocca e Giuseppina Gallo. Soldi che nei giorni successivi vennero girati "in favore del pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo, che appare così il beneficiario finale del pagamento".

IL SEQUESTRO DELL'IMMOBILE - E' questo uno degli "aspetti ulteriori di presumibile illeicità" che hanno spinto gli inquirenti della Dda di Milano a chiedere il sequestro dell'immobile. Il sospetto dei magistrati è che l'appartamento sia stato acquistato da Corona non solo "previa interposizione fittizia" dell'acquirente (il proprietario risulta il suo ex braccio destro Marco Bonato), ma attraverso un'analoga "interposizione fittizia anche della parte venditrice", solo "formalmente identificata nei coniugi Ceravolo e Gallo" ma in realtà "sostanzialmente riferibile a Luca De Filippo (commercialista già coinvolto nell'inchiesta romana che ha portato all'ultimo arresto dell'immobiliarista Stefano Ricucci - ndr) con ulteriori ragioni di singolarità consistenti nella verosimile destinazione di buona parte delle somme così corrisposte ad un pregiudicato di origine calabrese, piuttosto che ai coniugi che hanno formalmente venduto".

IL ROGITO A REGGIO CALABRIA - A insospettire i magistrati milanesi anche il luogo dove è stato perfezionato l'acquisto dell'immobile: il rogito è stato infatti "effettuato a Reggio Calabria", ossia "a oltre mille chilometri dal luogo ove si trova l'appartamento".

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